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USA, 26enne muore perchè non può permettersi l'insulina

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Un ragazzo di soli 26 anni è morto perchè non poteva permettersi di spendere 1.300 Dollari al mese per l'insulina.

Alec Smith, ragazzo diabetico appena 26enne originario degli Stati Uniti, è morto perché non poteva permettersi di pagare per le razioni di insulina. A denunciare la vicenda la madre del ragazzo, Nicole Smith-Holt. Costretta a seppellire suo figlio solo un mese dopo la scadenza della copertura assicurativa che garantiva al ragazzo l’accesso al farmaco salvavita. Negli States, infatti, l’assicurazione sanitaria dei genitori copre anche quella dei figli, ma solo fino al compimento del 26esimo anno d’età. Momento dal quale il ragazzo avrebbe dovuto provvedere a sue spese all’acquisto dell’insulina o alla sottoscrizione di una polizza assicurativa.

Il dilemma dell’assicurazione sanitaria

Ma per il ragazzo, affetto da diabete di tipo 1, assicurarsi non era cosa facile. E ha dovuto scegliere se pagare per l’assicurazione, o acquistare i farmaci di tasca propria. Pensava di potercela fare a comprarli, razionando un po’ le sue dosi. Ma racimolare 1.300 Dollari al mese non è così facile, specie per un ragazzo appena uscito da casa dei genitori. Ai quali, per non dare preoccupazioni, aveva deciso di nascondere le proprie difficoltà. Alec quindi era da solo quando è morto, dopo essere caduto in coma diabetico nel suo appartamento nuovo.

Il senso di colpa della madre

Ed è proprio il non essersi accorta di niente che perseguita ora la madre del ragazzo. “Nessuno era li con lui, per tenergli la mano o provare a chiedere aiuto…E allora penso che se non se ne fosse andato di casa, se fosse rimasto con noi, qualcuno avrebbe notato i segnali”. “Probabilmente”, prosegue la donna, “Mi sentirò in colpa per il resto della mia vita”.

Una tragedia che vista dalle sponde europee, grazie ai programmi di sanità pubblica, appare difficile da comprendere nella sua interezza. Ma che negli Stati Uniti riguarda invece un impressionante numero di individui, non in grado di provvedere al pagamento delle spese mediche necessarie alla propria sopravvivenza.

Prezzi alle stelle

Il prezzo dell’insulina, per esempio, dal 2002 al 2013 è più che triplicato. Secondo i dati diffusi da CBS News, dal 2008 i primi tre produttori del farmaco salvavita per diabetici hanno ritoccato il suo prezzo – rialzandolo – ben 10 volte.

Una situazione che ha portato Lori Swanson, procuratore capo del Minnesota, a citare in giudizio le prime tre aziende produttrici di insulina, accusandole di adottare prezzi di listino “Ingannevoli, fuorvianti ed errati”. “Credo che negli Stati Uniti nessuno debba morire perché non è in grado di permettersi l’acquisto di un farmaco come l’insulina”, afferma infatti il procuratore.

La risposta delle case farmaceutiche

Oltre a sostenere che “La citazione è priva di merito”, Eli Lilly, Novo Nordisk e Sanofi ribadiscono il proprio impegno etico. Un impegno che affermano essere “In linea con la legislazione vigente”.

Risposte che non bastano però a Nicole, che a causa di una situazione oggettivamente fuori controllo – quale è quella della sanità negli Stati Uniti – ha perso un figlio. E che nonostante la sua morte, occorsa nel mese di agosto 2018, ha deciso di non smettere di lottare. “Mio figlio non è una statistica”, afferma la donna. secondo la quale “Lui sarebbe qui se quei farmaci salvavita avessero avuto un prezzo ragionevole”. Una lotta che spera possa adesso servire a quei tanti altri ammalati, costretti ad affrontare la stessa situazione affrontata da suo figlio.