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Caso Maelys, l'orco: "Non distinguevo più tra una donna e una bambina"

pedofilo

Nordahl Lelandais, arrestato per l'omicidio di Maelys De Araujo, confessa di essere un pedofilo. Nel suo cellulare i video di altri terribili abusi.

“Sì, sono un pedofilo“, confessa Nordahl Lelandais, l’ex militare che il 27 agosto 2017 ha ucciso la piccola Maelys De Araujo. La bambina, che stava per compiere 9 anni, era scomparsa durante un matrimonio nella regione di Chambéry, nella Francia sud-orientale. I suoi resti sono stati trovati solo il 14 febbraio 2018, quando Nordahl Lelandais ha portato gli investigatori nella zona in cui si era sbarazzato del corpo.

Altri abusi oltre a quello su Maelys

L’uomo era stato arrestato nel settembre 2017, dopo che la scientifica aveva trovato tracce del DNA di Maelys nella sua auto. In un video di una telecamera di sicurezza si vede inoltre l’ex militare allontanarsi con in macchina, sul sedile passeggero, una “piccola, fragile figura in un abito bianco”. La confessione di Nordahl Lelandais avviene solo il 14 febbraio 2018, ma in questi mesi la polizia ha continuato ad indagare per capire se l’uomo in passato potesse aver compiuto delitti simili.

I primi indizi emergono quando i periti informatici scovano nella memoria dello smartphone dell’ex militare dei video pedornografici che il futuro assassino aveva poi cancellato. “Avevo filmato tutto, ma poi avevo cancellato le immagini perché sapevo di aver sbagliato“, rivela agli inquirenti Lelandais. L’uomo ammette infatti gli abusi su due cuginette di 4 e 7 anni che le erano state affidate, appena due settimane prima dell’omicidio di Maelys De Araujo.

“Non riuscivo più a fare distinzione tra una donna adulta e una bambina” dichiara quindi nel corso di un interrogatorio Nordahl Lelandais. Nel cellulare gli investigatori hanno inoltre scoperto sconvolgenti scene di molestie ai danni di un cuginetto di sei anni dell’ex militare, perpetrate mentre il piccolo dormiva. Nel corso delle indagini, l’uomo ha infine confessato anche un secondo omicidio, quello di un suo ex caporale.