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Danimarca, 50enne abusa della figlia durante la prima notte di nozze

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Un 50enne ha deciso di sposarsi e ha invitato la figlia alle nozze. Ma durante la notte la presunta violenza: "pensavo fosse mia moglie"

Un uomo di cinquant’anni ha violentato la figlia durante la prima notte di matrimonio, scambiandola – afferma lui – per la donna appena sposata. Violenza occorsa nelle vicinanze della città di Kolding, in Danimarca, nel mese di agosto del 2018. Il cinquantenne e la sua nuova moglie avevano organizzato una festa di matrimonio in campagna alla quale aveva invitato anche la figlia: nel corso del 2017 aveva con lei ripreso i rapporti dopo che per anni i due non si erano né visti né sentiti. La figlia dell’uomo, appena ventenne, aveva deciso di partecipare ai festeggiamenti di nozze. Ma non poteva certamente immaginare quello che le sarebbe successo.

La ricostruzione dei fatti della Polizia

Stando a quanto appreso dagli investigatori, nel corso della festa la ragazza si sarebbe pesantemente ubriacata. E sarebbe stato proprio il padre di lei a decidere che, non ritenendola in grado di tornare presso il Bed and Breakfast presso il quale aveva una camera, per la ragazza sarebbe stato meglio dormire nella suite matrimoniale. Erano circa le 2.30 quando è stata portata nella stanza, e lì è rimasta da sola per circa 90 minuti prima di essere raggiunta dalla coppia.

L’uomo afferma di non riuscire a ricordare nulla di quanto accaduto, e nega l’accusa di stupro. Ma, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, verso le 4.30 del mattino l’uomo avrebbe afferrato sua figlia, per poi bloccarla sul letto e forzarla ad avere un rapporto sessuale. Un gesto al quale, data la condizione di pesante ubriachezza, la ragazza non sarebbe stata in grado di opporsi.

Lo scambio di SMS

A conferma della violenza ci sarebbero alcuni Sms scambiati tra i due, utilizzati dagli investigatori per sostenere le accuse di stupro. Messaggi nei quali l’uomo chiede scusa alla figlia perché spaventato dall’idea di averle fatto qualcosa nel sonno. “Scusami, ho commesso un’errore, pensavo fossi mia moglie”, le avrebbe infatti scritto via messaggio solo qualche giorno dopo al misfatto. “Non possiamo rimanere in contatto?”. Una domanda a cui la figlia ha dato risposta negativa, dicendogli, “Ti avevo gentilmente chiesto di smetterla, e hai continuato. E hai continuato, anche quando ti ho chiaramente detto di no”.

Da allora i due hanno interrotto ogni contatto, rivedendosi per la prima volta il primo giorno d’udienza per il processo a carico dell’uomo. Secondo quanto riportato dal quotidiano danese Jydskevestkysten la corte ha deciso di far testimoniare la ragazza a porte chiuse, non permettendo così ai media di poter ascoltare la versione fornita dalla giovane vittima. Bisognerà ora aspettare la decisione del tribunale. Chiamato a decidere, data la confusione dei racconti dovuti all’alcool, se considerare o meno attendibile il ricordo della giovane donna.