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Malaga, papà del bimbo caduto nel pozzo: "Spero sia vivo"

Malaga

"Con mia moglie siamo a pezzi. Ma abbiamo ancora la speranza che Julen sia vivo", ha commentato il padre del bimbo caduto nel pozzo vicino a Malaga

Sono disperati i genitori di Julen, il bambino che domenica 13 gennaio è precipitato in un pozzo a Totalan, Malaga. I soccorritori stanno combattendo contro il tempo. La Spagna intera segue ogni dettaglio dell’operazione da quando è caduto nel pozzo, largo appena 25 centimetri e profondo oltre 100 metri nella sierra di Totalan. Un centinaio di soccorritori, appoggiati da ingegneri e tecnici specializzati nel salvataggio da miniere e caverne, lavorano senza sosta. Intanto, si è mobilitata anche l’impresa svedese Stockholm Precision Tools AB, che localizzò e trasse in salvo i 33 minatori imprigionati in una miniera in Cile nel 2010.

Con mia moglie siamo a pezzi, siamo morti. Ma abbiamo ancora la speranza che Julen sia vivo“. Profondamente provato è José Rossello, il padre del bimbo di due anni caduto in un pozzo. L’uomo ha lanciato un appello a continuare le operazioni di salvataggio, perché si è detto convinto che “rivedrò vivo mio figlio”. In dichiarazioni ai media, ha ringraziato per l’appoggio che con la moglie Vicky stanno ricevendo. “Grazie a tutte le persone che ci danno forza, le imprese che offrono aiuto, gli psicologi, la guardia civile e tutti quanti stanno lavorando giorno e notte senza tregua”. Quindi ha aggiunto: “Abbiamo un angelo che ci aiuta a far sì che Julen esca fuori vivo”, riferendosi al primogenito Oliver, morto all’età di 3 anni.

Le sorti di Julen

Nella speranza di estrarre sano e salvo il piccolo Julen, il governo ha offerto tutti i mezzi necessari. Il premier Pedro Sanchez ha espresso il suo sostegno e al sindaco di Totalan ha telefonato anche la regina Letizia. I soccorritori hanno deciso di scavare due tunnel, uno in parallelo e l’altro in direzione obliqua in modo di cercare di arrivare al luogo dove si ritiene sia il piccolo.

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Nel frattempo il pozzo verrà intubato e rafforzate le pareti, in modo che non ci siano cedimenti. Il pozzo parallelo sarà di grandezza sufficiente per consentire il passaggio delle persone che dovranno entrarvi. Il tutto in non più di 24/48 ore. All’operazione partecipano attualmente nove aziende pubbliche e private. Offerte di aiuto sono arrivate da ogni parte del mondo. Sul posto è arrivato anche Juan José Cortés, il padre di Mari Luz, la bimba di 5 anni uccisa nel 2008. Juan José ha creato un’organizzazione che si attiva quando sparisce un minore e così, da martedì 15 gennaio, segue passo passo i genitori di Julen. Non se ne andrà fino a quando non si risolverà il caso, ha infatti dichiarato.

Nel frattempo sono rinvenute tracce del bimbo. Si tratta di un capello trovato nel materiale solido estratto dal pozzo. Sottoposto al test del dna e confrontato con quello dei genitori e il biberon, è arrivata la conferma.