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Russia, bimbo salva mamma dallo stupro: muore 19 mesi dopo

Russia

Nonostante i miglioramenti, Vanya Krapivin alla fine è morto. Il ragazzo 19 mesi fa era stato ferito alla testa per cercare di salvare la mamma.

Nonostante tutta la Russia facesse il tifo per lui, Vanya Krapivin è morto. Il giovane è deceduto all’età di 16 anni, per le gravi ferite riportate nel tentativo di salvare la madre da uno stupro e forse anche un omicidio. Circa 19 mesi fa Vanya Krapivin stava ritornando, come ogni giorno, nella sua casa di Severodvinsk al termine delle lezioni. Quando giunto però nell’appartamento ha visto un uomo, il 35enne Roman Pronin, intento ad accoltellare la madre, Natalia Krapivina, 43 anni. L’aggressore aveva tentato un approccio con la donna ma quando questa lo ha rifiutato si è scagliato contro di lei, colpendola 27 volte.

Muore per salvare la mamma

Quando Vanya Krapivin, che all’epoca dei fatti (1 maggio 2017) aveva 15 anni, ha visto la mamma riversa in una pozza di sangue ha preso un manubrio da 3 chili e ha tentato di colpire l’uomo. Il 35enne però è riuscito a sottrarre l’arma al ragazzo, che è stato così colpito più volte alla testa con il pesante manubrio. Pensando di aver ucciso sia la madre che il figlio, Roman Pronin a quel punto è scappato.

Nonostante le gravi ferite inferte, Natalia Krapivina è riuscita in un paio di mesi a ristabilirsi e a essere dimessa dall’ospedale. Vanya aveva invece riportato seri danni cerebrali. Il ragazzino ha perso inoltre l’osso frontale del cranio, mentre un occhio era completamente incavato. Il giovane però ha continuato a combattere. Il suo caso ha avuto una grande rilevanza mediatica e, anche grazie alle tante donazioni giunte da ogni parte della Russia, nei mesi Vanya ha iniziato pian piano a migliorare. Nel giugno 2018 ha cominciato a mangiare cibi solidi e un mese dopo è stato trasferito in un centro di riabilitazione a Mosca. Le sue condizioni di salute però sono rimaste sempre precarie.

E’ bastata infatti una banale influenza a debilitare il ragazzo. Nonostante le cure, Vanya Krapivin alla fine si è dovuto arrendere. A rendere ancor più triste questa storia, il fatto che il sacrificio di Vanya è stato fatto per una mamma che non è andata quasi mai a trovare il figlio in ospedale, tanto da aver perso la patria potestà anche sul fratello del 16enne. Roman Pronin, che aveva già dei precedenti, è stato invece condannato a 14 anni e mezzo di reclusione, anche se dopo la morte di Vanya dovrà affrontare l’accusa di omicidio.