> > Julen come Alfredino Rampi, il bimbo caduto nel pozzo di Vermicino

Julen come Alfredino Rampi, il bimbo caduto nel pozzo di Vermicino

Bambino caduto nel pozzo

La vicenda di Julen ricorda la tragica sorte di Alfredino Rampi, il bimbo caduto in un pozzo a Vermicino. Come lui, anche Ciccio e Tore di Gravina.

Tutto il mondo ha assistito con il fiato sospeso ai disperati tentativi dei soccorritori di salvare il piccolo Julen, il bambino caduto in un pozzo a Totalán, nei pressi di Malaga. La vicenda del piccolo spagnolo intrappolato sottoterra e purtroppo trovato morto nella notte tra il 25 ed il 26 gennaio, dopo tredici lunghi giorni nel corso dei quali i soccorritori hanno fatto di tutto per tentare di salvarlo, ha riportato alla memoria analoghe vicende nostrane, come quella di Alfredino Rampi. Era il 10 giugno 1981 e la famiglia Rampi stava trascorrendo le vacanze estive a Finocchio, nei pressi di Frascati, nella loro casa in via del Vermicino. Insieme al piccolo Alfredo, di soli 6 anni, c’erano la madre Francesca, il padre Ferdinando, il fratello minore Riccardo e la nonna Veja. Un pomeriggio, Ferdinando è uscito per fare una passeggiata con alcuni amici e ha lasciato il figlio a casa da solo. Ma quando è tornato all’abitazione di via Vermicino l’uomo si accorto che Alfredino era sparito.

L’incidente del Vermicino

Grazie all’intervento delle squadre cinofile, le forze dell’ordine hanno individuato Alfredino in un pozzo artesiano poco distante, in via Sant’Ireneo. La cavità era larga 26 centimetri e profonda 85 metri, troppi perché il bambino potesse essere recuperato con una semplice corda come ipotizzato inizialmente. Inutile anche il tentativo di calare nel pozzo un uomo, il tipografo Angelo Lichieri, perché recuperasse il piccolo a mani nude. A differenza di Julen, i soccorritori erano certi che Alfredino fosse vivo subito dopo la caduta e durante le operazioni è stato calato un microfono per comunicare con lui. Ma dopo 60 ore di lotta e agonia, il piccolo Alfredino ha perso la vita.

Nicola Silvestri, Ciccio e Tore

Il 20 aprile del 1996 l’Italia ha tenuto il fiato sospeso per Nicola Silvestri, 3 anni, residente a Scerni in provincia di Chieti. Il bambino è caduto in un pozzo a Corre Marollo, mentre stava giocando in presenza della madre. Il suo corpo è stato ritrovato senza vita, dopo svariate ore di ricerche, in una cavità scavata a soli 7 metri di distanza dalla sua abitazione e coperto con poche e instabili assi di legno. È annegato nei 4 metri di acqua sul fondo del tunnel.

Nel 2008 la comunità di Gravina di Puglia è stata scossa dal ritrovamento dei cadaveri di Ciccio (Francesco) e Tore (Salvatore), i due fratellini di 13 e 11 anni scomparsi due anni prima. I corpi sono stati ritrovati sul fondo di un pozzo grazie a un altro bambino. Michelino, 12 anni, stava giocando tra le case abbandonate in via della Consolazione quando è caduto in una cisterna. Lì, infreddolito e sotto choc, ha trovato i resti dei suoi coetanei. Le indagini, aperte subito dopo la scomparsa dei bambini, hanno portato, nel 2007, all’incriminazione del padre Filippo con l’accusa di duplice omicidio volontario aggravato. Ma il ritrovamento dei corpi e l’assenza di segni di maltrattamenti ha fatto cadere le accuse. Ciccio e Tore sono morti per un tragico incidente, precipitati forse durante un gioco, in un luogo in cui nessuno ha mai pensato di cercarli.