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Bimbo nel pozzo, veglia di preghiera sul luogo dello scavo

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Mentre i soccorsi scavano il tunnel dal quale cercheranno di raggiungere il piccolo Julen, sul luogo prende il via una veglia di preghiera

Proseguono senza sosta i lavori di scavo per raggiungere il piccolo Julen, bimbo di soli due anni intrappolato ormai dal 13 gennaio 2018 in fondo ad un pozzo nelle campagne della città spagnola di Malaga. E mentre prendono il via le operazioni di scavo del tunnel di circa sei metri che metterà in collegamento il pozzo principale con quello parallelo – scavato dai soccorsi nel corso degli ultimi giorni in un vera e propria corsa contro il tempo – sempre più persone si raccolgono attorno ai genitori del bambino rimasto intrappolato, dando vita ad una veglia di preghiera e solidarietà

La veglia di preghiera per il piccolo Julen

Mentre i soccorritori cercano disperatamente di raggiungere il pozzo principale utilizzando lame ad aria compressa e martelli, dalle 20.30 circa di giovedì 24 gennaio 2018 un consistente numero di persone sono giunte sul posto per una veglia di preghiera e di solidarietà. Una veglia trasmessa in diretta streaming alla quale potranno unirsi, pur se virtualmente, tutti coloro che lo vorranno. Sia dalla Spagna, sia dal resto del mondo. Certo, a distanza di così tanti giorni le possibilità di ritrovare vivo il bimbo di soli due anni sono molto basse. Ma non basta questo a scoraggiare i genitori del piccolo Julen. Coppia che oltretutto ha già dovuto affrontare il dolore dovuto dalla perdita di un figlio. Quando, nel corso del 2017, aveva dovuto seppellire il figlio primogenito. Oliver, fratello maggiore di Julen, era infatti morto, fatalmente colpito da un’attacco di cuore che non gli aveva lasciato alcuna via di scampo.

Le prime polemiche sui soccorsi

E come puntualmente avviene in questi casi, nonostante lo scavo dei tunnel sia ancora in corso, giungono le prime polemiche su una presunta lungaggine delle operazioni di soccorso. Critiche alle quali risponde Alfonso Rodriguez Gomez, delegato del Governo in Andalusia. Gomez, rimandando la polemica al mittente, sottolinea come nel giro di pochi giorni il team impegnato negli scavi abbia proceduto alla rimozione di oltre 40.000 tonnellate di detriti. Un lavoro che normalmente avrebbe impiegato dei mesi, ma che è invece stato condotto in meno di una settimana.