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Bimbo caduto nel pozzo, il pediatra "Potrebbe essere ancora vivo"

Bimbo caduto nel pozzo, il pediatra

Il pediatra galiziano Antonio Rodriguez spiega perché c'è una, seppur flebile, possibilità che Julen, il bimbo caduto nel pozzo, sia ancora vivo.

Si riaccendono le speranze di trovare vivo il piccolo Julen, caduto e intrappolato nel pozzo di Totalàn da 12 giorni. Il pediatra galiziano Antonio Rodriguez, in un’intervista a El Mundo, ha dichiarato: “La scienza dice che è complicato, ma la speranza è l’ultima a morire. La cosa certa è che, per quanto sia dura ammetterlo, è improbabile [che sia ancora vivo, ndr]. Soprattutto per via della necessità di idratazione. Quello che è accaduto è tremendo. L’esperienza ci dice che alcuni bambini sono sopravvissuti per 3-4 giorni sotto le macerie in caso di terremoto. Ma non per così tanto tempo”. Secondo il dottor Rodriguez, sono tre le necessità basilari di Julen: “Ossigeno, acqua e cibo. La cosa più complicata da provare in questi casi è l’acqua, di cui un bambino ha bisogno più di un adulto”.

Julen, una flebile speranza

Esiste, però, una possibilità che il bimbo non sia ancora andato incontro a disidratazione. “Laggiù fa freddo e in questo caso il corpo espelle meno acqua, quindi ne ha minore necessità”, spiega il pediatra. “Questo potrebbe averlo favorito. Inoltre, nel sottosuolo è possibile che il bambino abbia trovato acqua. Per quanto riguarda l’ossigeno, il corpo ha bisogno di aria ossigenata che si rinnova. Se ti trovi in una stanza chiusa ermeticamente non succede, ma sotto terra sì”.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le basse temperature che si registrano a quel livello di profondità potrebbero dunque giocare a favore della sopravvivenza di Julen. “Anche soffrendo di ipotermia, il corpo ha bisogno di meno energia se fa freddo. Col caldo, invece, i polmoni e il cuore lavorano più velocemente e necessitano di più acqua. Se ti trovi senza viveri, è più probabile morire nel deserto che in un polo”.