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Bimbo caduto nel pozzo, i minatori: nessun "segnale di vita" da Julen

bimbo caduto nel pozzo

I minatori hanno scavato metà della galleria orizzontale che porta al pozzo dove è caduto Julen Rosello. Utilizzate anche micro cariche esplosive.

Sono passati ormai 12 giorni da quando Julen Rosello è caduto nel pozzo di prospezione aperto in un terreno vicino Malaga, in Spagna. Fin da subito si è capito che l’operazione di salvataggio sarebbe stata lunga e difficile, ritardata anche da alcuni intoppi tecnici (come la durezza della roccia trovata nel corso dello scavo del tunnel verticale parallelo).

Micro cariche esplosive

Nella giornata di giovedì 24 gennaio 2019 i minatori, dopo aver effettuato gli ultimi test di sicurezza, si sono calati ad una profondità di 73 metri e hanno cominciato a scavare la galleria orizzontale, in direzione del pozzo. Stando ai media locali, nella mattinata di venerdì 25 gennaio si sarebbe scavato quasi metà tunnel di collegamento.

I minatori infatti lavorano a mani nude, ma la conformazione del terreno ha reso necessario il brillamento di due micro cariche di esplosivo per consentire l’avanzamento dello scavo, come riporta El Pais. Il tunnel verticale è distante 3,8 metri dal pozzo dove si trova il bimbo.

“Nessun segnale di vita”

Le speranze però di trovare in vita il piccolo Julen Rosello sono davvero poche. I soccorritori infatti non sarebbero riusciti in queste ore a percepire nessun “segnale di vita” dal bambino. Solo poco ore dopo l’incidente alcuni testimoni avevano riferito di aver udito provenire dal pozzo “un pianto flebile”, poi però cessato.

Anche se gli speleologi hanno assicurato che “la conformazione delle rocce sotterranee fa sì che l’aria circoli in profondità”, spiegando che “il bimbo potrebbe respirare senza problemi”, è difficile però immaginare che Julen, che ha appena due anni e mezzo, sia riuscito a resistere sotto terra così tanti giorni.