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Julen morto nel pozzo, l'agente che lo ha trovato: "Terribile"

Julen, il racconto dell'agente che lo ha trovato

Il racconto di Nicolas Rando: "Ero sollevato per avere trovato Julen ma arrabbiato perché lui non era vivo".

La storia di Julen Rosello ha sconvolto il mondo intero. Il bambino di 2 anni, caduto in un pozzo a Totalan (Malaga), è stato ritrovato privo di vita dopo 13 giorni: non sono purtroppo bastati a salvarlo gli oltre 300 uomini impegnati nelle ricerche e nei soccorsi.

“I miei sentimenti erano contrastanti”

Nicolas Rando, agente della Guardia Civil, ha vissuto da vicino (anzi vicinissimo) questa tragedia. E’ stato infatti lui a vedere e raggiungere il piccolo Julen nel pozzo grazie alla telecamera posizionata da un suo collega. “Abbiamo scavato con le mani per raggiungerlo, finché non l’ho toccato. E a quel punto i miei sentimenti erano contrastanti: ero sollevato per averlo trovato e per aver finito il lavoro, ma arrabbiato perché lui non era vivo” racconta l’uomo secondo quanto riporta Fanpage. L’autopsia ha stabilito che il bimbo è morto il giorno della caduta: “Almeno non ha sofferto aspettando di essere salvato”. L’agente tiene comunque a precisare che “non abbiamo mai perso la speranza. E’ stato terribile trovarlo morto ma abbiamo davvero fatto tutto il possibile”.

I soccorsi

Le operazioni di recupero sono state molto complicate come sottolinea Nicolas: “La roccia era dura e non riuscivamo a scavare”. I soccorritori hanno dovuto scavare un tunnel parallelo di 60 metri all’interno del quale è stata calata una capsula metallica: “Sono passato attraverso cunicoli strettissimi, molto più claustrofobici di altri in cui pure sono entrato. Quando ho alzato lo sguardo ho pensato che se fosse successo qualcosa in quel momento sarei rimasto intrappolato anche io lì sotto“.