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Venezuela, esercito di Maduro blocca ponte sul confine colombiano

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L'esercito venezuelano ha bloccato il ponte di Las Tienditas, sul confine colombiano. Le autorità bloccano l'ingresso nel paese di aiuti umanitari

Prosegue ad inasprirsi la situazione in Venezuela, dove i militari hanno proceduto a bloccare il ponte di Las Tienditas, collegamento tra il paese e la città colombiana di Cucuta. Una decisione maturata dal regime per impedire l’afflusso di aiuti umanitari. Giudicati dal Presidente Maduro uno strumento attraverso il quale i ‘Gringos’ nordamericani cercano di “Sobillare la rivoluzione“.

Bloccato ponte sul confine colombiano

Ponte che in realtà non è mai stato aperto al traffico. Perchè, l’opera, seppur completata nel 2016, è caduta vittima della decisione – presa da Chavez prima della sua morte nel 2013 – di bloccare tutto il traffico automobilistico tra il suo paese e la Colombia. Ed è ormai dal 5 febbraio 2019 che sul ponte deserto spiccano due container verdi e il rimorchio di una vecchia autocisterna rossa, posti di traverso lungo le carreggiate ad impedire il passaggio di qualunque veicolo.

Le paure di Caracas

Le autorità di Caracas temono infatti che il ponte venga utilizzato per far entrare nel paese gli aiuti umanitari inviati a sostegno dell’autoproclamatosi presidente ad interim Juan Guaidò dai paesi che hanno ufficialmente riconosciuto il suo governo come l’unico legittimato al potere. Solo Stati Uniti e Canada hanno offerto 73 milioni di Dollari in aiuti ad una popolazione ridotta sempre più allo stremo da anni di politiche economiche e monetarie fallimentari. Una chiusura che secondo gli operatori umanitari è comunque squisitamente propagandistica. Perchè se si dovesse decidere di far entrare gli aiuti nel paese, si potrebbero percorrere altre strade.

Il secco rifiuto di Maduro

Aiuti però categoricamente rifiutati dal Presidente Maduro, secondo il quale il Venezuela “Non è un paese di mendicanti”, e che vede in queste offerte di sostegno lo spettro di un intervento militare straniero.

Una linea dura che costringe migliaia di venezuelani alla fame, e ad attraversare il confine colombiano alla ricerca di cibo e medicine. Beni, ad est della frontiera, ormai considerati di lusso. I due paesi latinoamericani condividono 2.200km di confine, e la Colombia ha riconosciuto il governo ad interim di Guaidò. Una scelta quasi obbligata. Sopratutto se si considera che solo negli ultimi tre anni il governo di Bogotà ha dovuto accogliere oltre tre milioni di venezuelani in fuga dalla fame a cui l’iperinflazione ha costretto milioni di cittadini.

Un “test” per i militari venezuelani

Secondo Guaidò, il transito degli aiuti umanitari è un vero e proprio “test” per le forze armate. Chiamate a dover scegliere se permettere il passaggio dei soccorsi, o se rimanere schierati affianco al governo impedendone il passaggio.

L’incontro con le autorità europee

Intanto il 7 febbraio 2019 il Presidente dell’assemblea Nazionale venezuelana si è riunito a Caracas con i rappresentati dell’Unione Europea. Che, incassato il ringraziamento dell’autoproclamato presidente Guaidò, hanno con lui affrontato le molte questioni necessarie a gestire il difficile processo di transizione democratica del paese. In uno scontro che diventa sempre più duro ogni giorno che passa. E che rischia di sprofondare il Venezuela e i suoi cittadini verso condizioni sempre più dure.