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Julen, sindaco sotto accusa "Lavori illegali in cambio di voti"

Julen, bimbo caduto nel pozzo

Il sindaco di Totalàn è stato accusato di aver consentito lo scavo di pozzi illegali, come quello in cui è caduto Julen, in cambio di voti.

Tutto il mondo ha tenuto il fiato sospeso per giorni, nella speranza che i soccorritori riuscissero a trarre in salvo Julen Rosellò, il bimbo di soli due anni caduto in un pozzo nei pressi di Malaga, in Spagna. A un mese dall’incidente, continuano le indagini per cercare di capire se la tragedia poteva essere evitata. La cavità in cui il piccolo è precipitato era infatti illegale e non ufficialmente segnalata. Nel mirino degli inquirenti e della pubblica opinione c’è Miguel Angel Escaño, sindaco socialista di Totalàn.

Lavori illegali e promesse elettorali

Secondo quanto riportato da Leggo, il primo cittadino della cittadina andalusa è stato accusato dagli esponenti locali di Izquierda Unida, un partito di sinistra. “La tragedia di Julen poteva accadere in qualsiasi delle costruzioni illegali, come edifici e pozzi, realizzati negli ultimi anni, con la complicità del sindaco a fini elettorali“, hanno dichiarato. “Nella migliore delle ipotesi, da parte del Comune c’è stata passività di fronte alla speculazione edilizia che Totalàn ha vissuto. Non siamo solo noi, ma tutti i consiglieri comunali di Izquierda Unida hanno denunciato di voler istituire una commissione d’inchiesta per determinare la responsabilità del sindaco nella tragedia di Julen”.

Miguel Angel Escaño avrebbe anche “cercato, con le sue solite manie di protagonismo, di mettersi in luce criticando la professionalità di chi ha tentato in tutti i modi di salvare quel bambino. Il sindaco, nella sua propaganda, si vanta sempre di aver incrementato la popolazione di Totalàn di un 18% in più dal 2011 a oggi. Quell’incremento è però un’anomalia, dovuta alla promessa elettorale di consentire lavori illegali e clandestini in cambio di voti. Questo spiega gli improvvisi cambi di residenza, appena prima delle elezioni, da parte di persone che non sono originarie di Totalàn”.

Non solo i politici, ma anche i comuni cittadini si sono scagliati contro il sindaco. “La finestra del suo ufficio si trova proprio vicino alla collina dove c’è il pozzo in cui è caduto Julen”, hanno raccontato. “Potrebbe anche non aver visto i lavori, ma è impossibile, nel silenzio del nostro paesino, che non si accorgesse dei rumori provenienti dal cantiere“.

Le accuse al parroco

Responsabilità sono attribuite anche al parroco di Totalàn, don Ramòn Tejero. Il sacerdote, insieme al sindaco, dopo la morte del bambino aveva duramente criticato le operazioni di soccorso, denunciando ritardi e irregolarità da parte dei soccorritori. Una semplice analisi preventiva, ha dichiarato il parroco, avrebbe potuto cambiare le cose, ma le squadre hanno preferito iniziare subito gli scavi.

Rischio concreto di altre tragedie

I consiglieri di sinistra ritengono che il rischio che una simile tragedia possa ripetersi sia “concreto. Il Ministero dell’Ambiente ha confermato che è molto difficile fare una mappatura di pozzi clandestini e illegali, ma che i tecnici comunali e le autorità istituzionali possono denunciare la loro esistenza”.