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Usa, serial killer disegna i ritratti delle sue 93 vittime

usa i ritratti del serial killer

Il serial killer Samuel Little ha disegnato di ritratti delle sue 93 vittime. L'FBI li ha diffusi per poter identificare le donne.

Sono 93 le persone uccise dal serial killer Samuel Little in un arco di tempo che va dal 1970 al 2005. L’uomo ha confessato i suoi delitti mentre si trova in una prigione del Texas, condannato a scontare tre ergastoli per omicidio. Little, ex pugile professionista, ha raccontato alla polizia di aver ucciso le sue vittime – in maggioranza donne sole, emarginate e quindi più vulnerabili – prendendole a pugni e poi strangolandole. Di ognuna di loro ha disegnato un ritratto, corredato da una didascalia. In essa, Little ha annotato una breve descrizione della donna, il luogo e l’anno della morte. Secondo quanto riportato dalla Bbc, l’FBI ha diffuso tali identikit nella speranza che aiutino a identificare le donne uccise, per poter dare un nome a ognuna di loro. Al momento, la polizia federale è riuscita a risalire all’identità di 36 vittime.

I ritratti del serial killer

Gli investigatori ritengono che Samuel Little sia uno degli assassini seriali più prolifici nella storia degli Stati Uniti. Non tutte le donne da lui uccise sono state classificate, negli anni, come vittime di omicidio. “Senza alcuna traccia di arma da taglio o da fuoco, molte di queste morti sono state attribuite a overdose, indicenti o cause naturali“, hanno spiegato i portavoce dell’FBI.

Durante gli interrogatori, il serial killer non ha mai mostrato alcun segno di rimorso per i propri reati. Secondo quanto riportato dal Messaggero, il detective Bernie Nelson, che si è occupato del caso, ha raccontato: “Quando parli con lui ti accorgi che si eccita al ricordo. Gli piace ricordare gli omicidi e raccontare come strangolava le sue vittime. È un mostro“. Gli esperti sono certi che Little ricercava piacere sessuale attraverso gli omicidi.

L’arresto e il processo

Little è stato arrestato nel 2012 in Kentucky per spaccio di droga in un rifugio per senzatetto. La polizia lo ha poi trasferito in California, dove è stato preso in custodia dagli agenti di Los Angeles. Il test del DNA lo ha collegato a tre omicidi irrisolti, tutti commessi nella contea di Los Angeles, tra il 1987 e il 1989. L’ex pugile si è dichiarato non colpevole, ma al processo è stato condannato a scontare tre ergastoli senza possibilità di appello. Oltre ai tre omicidi, Little è stato accusato anche di rapina a mano armata e violenza sessuale in diverse aree degli Stati Uniti. Il suo caso è stato poi analizzato dagli esperti del FBI’s Violent Criminal Appregension Programme, i quali hanno notato le somiglianze tra le vittime di Little e quelle di numerosi casi irrisolti a partire dagli anni Settanta.