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Australia, cardinale George Pell giudicato colpevole di pedofilia

Cardinale Pell condannato per pedofilia

Il cardinale George Pell, ministro delle Finanze del Vaticano, è stato condannato per aver abusato di due minori nella cattedrale di Melbourne.

Un nuovo passo avanti nella lotta alla pedofilia tra le fila della Chiesa cattolica, dopo la pubblicazione della lista di centro ecclesiastici condannati per abusi su minori all’interno della diocesi di Brooklyn. Questa volta, la notizia arriva dall’Australia. Il cardinale George Pell è stato giudicato colpevole di violenza sessuale a danno di due ragazzi di 13 anni. Secondo quanto si apprende dall’Ansa, rischia una condanna fino a 50 anni di carcere. La sentenza risale all’11 dicembre 2018, quando i 12 membri della giuria della County Court, nello Stato di Vittoria, hanno emesso un verdetto unanime. Il cardinale, che continua a dichiararsi non colpevole, ha annunciato tramite il suo avvocato che intende ricorrere in appello.

Le accuse

Le violenze sarebbero avvenute nel 1996, all’interno della cattedrale di San Patrizio, nella città di Melbourne. Il cardinale avrebbe molestato i due ragazzini al termine della messa. Le due giovani vittime facevano parte del coro della chiesa. Secondo quanto stabilito dal verdetto, Pell è stato giudicato colpevole anche di aver aggredito in modo indecente uno dei minori, a un mese dagli abusi.

Pell, 77 anni, è il principale consigliere finanziario del papa e ministro dell’Economia dello Stato Vaticano. È stato ordinato prete a Roma nel 1966, per poi tornare in Australia nel 1971. La nomina ad arcivescovo di Melbourne risale al 1996, mentre nel 2001 è stato trasferito a Sydney. Papa Francesco, nel 2014, lo ha scelto come consigliere economico al fine di garantire una maggiore trasparenza alla gestione finanziaria delle casse vaticane. Nel 2017 è stato costretto a fare rientro in Australia, quando le accuse sono state formalizzate e ha dovuto presenziare al processo.

Indagato arcivescovo di Brisbane

Mark Coleridge, arcivescovo di Brisbane, è formalmente indagato per aver coperto degli abusi su minori, di cui era venuto a conoscenza nel 2006 tramite la testimonianza di una donna. Le violenze sarebbero avvenute all’interno della diocesi di Canberra e Goulburn, che all’epoca era affidata proprio a Coleridge. Secondo quanto dichiarato dalla donna, il prelato l’avrebbe definita “una pettegola” e non sarebbe intervenuto adeguatamente per indagare sugli episodi. L’accusa è stata formalizzata a pochi giorni dalla partecipazione di Coleridge all’incontro in Vaticano incentrato proprio sulla protezione dei minori dagli abusi da parte dei sacerdoti.