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Si sveglia dall'intervento al seno mentre il medico la sta stuprando

Stuprata dal medico dopo l'intervento al seno

L'uomo è stato condannato a 3 anni e 2 mesi di carcere e a versare un risarcimento di 15mila euro. La vittima: "Una vittoria per tutte le donne".

Erika Bykova si aspettava di svegliarsi dall’intervento al seno con i dolori dovuti all’operazione e con un corpo che, finalmente, avrebbe saputo apprezzare. Ciò che sicuramente non poteva immaginare è che avrebbe aperto gli occhi per scoprire che il medico anestesista la stava violentando. È accaduto in un ospedale della Russia, dove, riporta Fanpage, la stilista 33enne si è sottoposta a un intervento di mastoplastica additiva a cui ha partecipato anche l’anestesista 60enne Yury Chernikov.

Il racconto della vittima

“Lo avevo visto prima dell’intervento”, ha raccontato la donna dopo la violenza. “È venuto nel mio reparto per parlare dei risultati dei miei controlli preparativi. Dopo l’operazione ho sentito una voce che mi diceva: ‘Ragazza, andrà tutto bene, andrà tutto bene’. Ho capito che era la sua voce, ho aperto gli occhi e ho visto che mi stava toccando. Ero in uno stato di impotenza, ma in quel momento ho capito tutto, ho provato a spingerlo via ma non potevo farlo. Non ero nemmeno in grado di gridare e chiedere aiuto”.

Qualche giorno dopo l’accaduto, il medico si è presentato nuovamente nella sua stanza per chiederle di non denunciarlo. Ha offerto alla donna una tavoletta di cioccolato, accompagnata da una “pillola del giorno dopo” al fine di evitare gravidanze indesiderate. Per compare il suo silenzio, ha inoltre promesso a Erika del denaro e una raccomandazione al miglior ginecologo della zona.

La donna ha però deciso di denunciare il dottore, rinunciando all’anonimato e chiedendo per il suo stupratore una pena singolare. Chernikov si è difeso davanti ai magistrati sostenendo che il rapporto è stato consenziente, ma il giudice l’ha condannato a tre anni e due mesi di carcere per violenza sessuale. L’uomo ha ottenuto uno sconto di pena in cambio del versamento di 15mila euro alla vittima come risarcimento.

La battaglia di Erika

Erika ha commentato la condanna definendola una vittoria non solo per sé ma anche per le tante, troppe, donne vittime di violenze sessuali in tutta la Russia che scelgono di non denunciare per vergogna. “Nei primi tempi anche io non sono riuscita a liberarmi da questa sensazione e non ne parlavo nemmeno con mio marito”, ha spiegato. “Poi mi sono scoperta una guerriera che cercava giustizia e così dovrebbero fare tutte le donne, perché mantenere il silenzio aiuta solo gli stupratori”.