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Banda di pedofili condannata, le vittime: "Manipolate e sfruttate"

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Una condanna complessiva di oltre 130 anni di carcere alla banda di pedofili per le violenze e i maltrattamenti ripetuti ai danni di due adolescenti.

Nove condanne e oltre 130 anni di carcere per la banda di pedofili di Bradford, in Inghilterra. Questo il risultato di un processo durato sette settimane, a carico di diversi uomini, tra i 28 e i 55 anni, tutti riconosciuti colpevoli dei reati di adescamento, stupro e sfruttamento sessuale nei confronti di due minorenni. Come ricostruito da FanPage, le due adolescenti sarebbero state attirate nella trappola quando avevano solo 14 anni. In aula le strazianti testimonianze degli abusi: “Per loro non ero altro che un giocattolo”, sono state le parole di una delle due vittime riprese dal Daily Mail.

Le testimonianze delle vittime

Durante un’udienza una delle adolescenti ha parlato delle pesanti ripercussioni che quegli abusi ripetuti le hanno causato: “Ho i pensieri più irrazionali a causa dell’ansia. Ho paura di andare nei negozi, e molto raramente esco fuori in una serata con gli amici – ha detto la giovane -. Sono stata manipolata, usata, ero nient’altro che un giocattolo”. Le due ragazze sarebbero state, non solo abusate sessualmente, bensì anche manipolate dagli uomini che le tenevano in pugno: “Dopo anni di consulenza ho capito che quello non era amore – continua la testimonianza di una delle ragazze -. Ma ero una bambina. Ora lo capisco perché le nuove relazioni sono molto diverse”.

Depressione e ansia a causa degli abusi

Gli imputati sono stati riconosciuti tutti colpevoli e condannati. Durante il processo a loro carico il procuratore di giustizia ha parlato di “stupri e manipolazioni” ai danni di due adolescenti estremamente “vulnerabili”, sfruttate dalla sordida gang al solo scopo di “soddisfare i propri desideri sessuali”. “Dall’età di 15 anni mi sono state diagnosticate depressione, disturbo da stress post-traumatico e ansia. Fatico a dormire e quando lo faccio ho gli incubi – ha detto la seconda vittima di fronte ai suoi aguzzini -. Ho precedenti problemi con l‘autolesionismo e molteplici tentativi di suicidio alle spalle” ha aggiunto.

Un passato che pesa come un macigno sulle vite adulte delle giovani vittime: entrambe hanno ammesso di soffrire di forti crisi di ansia, di aver problemi ad allontanarsi dalla propria abitazione e di essere spesso cadute nella trappola delle droghe e dell’abuso di alcol. Problemi che, raccontano, “si sono interrotti quando gli abusi si sono fermati”. Eppure gli strascichi sulla salute fisica e mentale rimangono: “Ricostruire la mia vita è stato difficile mentre i miei violentatori camminavano per le strade – dice una delle ragazze -, ma spero che ottenere giustizia sia il primo passo nel mio percorso di rinnovamento”.