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Silvia Romano, 100 giorni dal rapimento: una nuova pista da seguire

Silvia Romano

Sono passati 100 giorni dal rapimento di Silvia Romano. Non ci sono però ancora notizie sulla sua liberazione. Cosa c'è dietro il muro di silenzio?

Sono passati ormai più i tre mesi dal rapimento di Silvia Romano: con l’inizio di marzo la sua assenza si fa sentire da oltre 100 giorni. DI lei non si sa più nulla dal 20 novembre 2018, quando è stata rapita dal villaggio di Chakama, a 80 chilometri da Malindi, in Kenya. Sono passati più di cento giorni da qual momento, eppure tutto tace. Dopo una prima ondata di notizie e ipotesi sull’identità dei rapitori e le possibili motivazioni che avrebbero potuto spingerli a sequestrare la ventitreenne milanese, non si è saputo più nulla. Dopo mesi di silenzio il manifesto azzarda un’ipotesi: che siano in corso delle trattative segrete tra il governo italiano e il gruppo jihadista Al-Shabaab?

100 giorni senza Silvia Romano

Le prime potesi sul rapimento di Silvia Romano erano quelle di un rapimento lampo operato da una banda di malfattori locali. La polizia keniota però non è riuscita a ottenere la collaborazione sperata da parte dei clan familiari della valle del fiume Tana, una zona di oltre 40mila chilometri quadrati dove si ritiene sia tenuta nascosta Silvia Romano. Questa notizia risale al 21 gennaio, ma da allora non si è saputo nient’altro. L’unica notizia, poco rassicurante, è che il comandante della polizia locale ha lasciato il comando delle operazioni.

A gettare un’ulteriore ombra sul caso di Silvia Romano, sono i tre ricercati dalla polizia. Come riporta Wired su di loro sono state piazzate delle taglie importanti, ma uno sarebbe addirittura morto mesi fa, ben prima del sequestro. C’è poi un’altra considerazione: se il rapimento avesse avuto un’origine economica si sarebbe dovuto risolvere in tempi brevi con il pagamento di un riscatto. Eppure non si sa nemmeno se un riscatto sia stato chiesto.

L’ipotesi: pressioni dal gruppo jihadista al-Shaabab

Fabrizio Floris de il manifesto azzarda un’ipotesi preoccupante. Potrebbe essere in corso una trattativa segreta tra il governo italiano e il gruppo jihadista di al-Shabaab per liberare Silvia Romano. Il gruppo jihadista potrebbe infatti aver recriminato al governo italiano la ricostruzione che gli italiani stanno a Mogadiscio, capitale della Somalia. Per al-Shaabab si tratterebbe di una nuova forma di colonialismo. Secondo questa ipotesi, Silvia Romano potrebbe essere liberata solo se gli italiani lasciassero la città, di recente vittima di un attacco terroristico in cui sarebbero morte almeno 29 persone.