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Russia, madre muore di crepacuore dopo l'omicidio della figlia

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Non aveva retto il brutale omicidio della figlia e le avevano tolto anche la custodia del secondo figlio. Abbandonata a se stessa, si lascia morire

Si è lasciata morire dopo aver perso la figlia di sei anni, violentata, uccisa, e poi appesa per il collo allo steccato di casa dal compagno. Una tragedia dalla quale Anna Zubko, cittadina russa 27enne, non si è mai ripresa. Finita in grave depressione in seguito al brutale omicidio della figlia, la donna aveva perso la custodia dell’altro suo bambino di soli 3 anni perchè ritenuta dalle autorità incapace di prendersene cura. Vistasi sottrarre entrambi i figli, la ragazza ha visto il suo stato di salute mentale peggiorare ulteriormente. Ammalatasi di un semplice raffreddore, ha scelto di non curarsi, finendo così con il morire di polmonite.

L’omicidio della piccola Veronika

Dopo il ritrovamento del corpo della bambina, la polizia aveva immediatamente trattenuto il marito Yaroslav Oleinikov, da subito ritenuto il sospettato numero uno del brutale omicidio. Dall’autopsia era inoltre emerso che prima di essere strangolata, la bambina era stata violentata più volte. Il padre avrebbe poi appeso il corpo della piccola alla recinzione di casa utilizzando il suo giocattolo preferito. Anna Zubko prima della tragedia lavorava come donna delle pulizie in un supermercato, mentre il compagno era senza lavoro, a casa propria per prendersi cura dei figli.

“Una coppia riservata”

Secondo i vicini di casa, intervistati dai media locali, la coppia “Conduceva una vita tranquilla, ed era molto riservata”. Sono sempre i vicini a raccontare che “Per qualche motivo la bambina uccisa non frequentava la scuola, ed era a malapena in grado di parlare”. Raccontano inoltre di non avere “Mai visto i due genitori ubriachi, nè di averli sentire litigare. Sembravano una famiglia normale”.

L’uomo deve ora affrontare le proprie responsabilità in tribunale, rischiando una condanna fino a 20 anni di reclusione.