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Uk, mamma uccide bimba di 2 anni rompendole le costole

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La bimba piangeva troppo e la mamma, 33enne single, le avrebbe schiacciato così tanto il torace da romperle le costole e farla morire di asfissia.

Abigail Palmer, una 33enne di Solihull (Inghilterra), con un passato di abusi da alcol e droga, è finita sotto processo con l’accusa di aver ucciso la figlia di due anni. La piccola è morta dopo che mamma le avrebbe schiacciato così tanto il torace da romperle alcune costole. La donna nega però davanti alla corte di Birmingham il reato di omicidio colposo e gli altri tre capi d’imputazione, riferibili tutti alle gravi lesioni subite dalla bimba del corso della sua breve vita.

Bimba morta sul divano

La piccola Teri-Rae era nato il 24 ottobre 2016, e fin da subito è stato oggetto di attenzione da parte dei servizi sociali inglesi, che hanno attivato un piano di protezione dei minori. Ciò però non è bastato a salvare la vita alla bambina. Abigail Palmer, single, era infatti risultata positiva ai test per la cocaina durante la gravidanza.

La situazione è precipitata il 2 gennaio 2019, quando la mamma ha chiamato il numero d’emergenza britannico chiedendo aiuto per la figlia, che sembrava non respirare più. Teri-Rae era infatti morta. La donna però ha fornito una versione dei fatti che non ha convinto del tutto la polizia inglese. Abigail Palmer ha raccontato difatti di aver lasciato la figlia sul divano mentre faceva un pisolino, distesa sul petto con la testa di lato. Quando è andata a controllarla, la 33enne racconta di aver visto la figlia “blu e priva di sensi”.

Le percosse

In un primo momento tale ricostruzione sembrava avallata dal fatto che sul corpo della piccola, almeno esteriormente, non sembravano esserci segni di violenza. Un esame del cadavere ai raggi X ha rivelato invece che Teri-Rae presentava un certo numero di fratture, anche alle costole.

Il medico legale è arrivato a spiegare quindi che la morte dovrebbe essere stata causata dal fatto che la bambina non riusciva ad avere un adeguato rapporto di ossigeno. L’accusa sostiene quindi che la bimba sia morta per asfissia a seguito di una compressione molto forte ricevuta al torace, perpetrata dalla madre per tentare di far smettere la figlia di piangere. Non è escluso che la donna, quel giorno, possa aver bevuto anche se ciò le era stato vietato dagli assistenti sociali.