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Incidente aereo Ethiopian Airlines, otto italiani nella lista passeggeri

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Anche otto italiani, compreso l'assessore ai Beni Culturali della Sicilia Sebastiano Tusa, figurano nella lista passeggeri dell'aereo precipitato.

Sono otto gli italiani che si trovavano a bordo del Boeing 737 dell’Ethiopian Airlines precipitato pochi minuti dopo il decollo. E’ il governo del Kenya confermare la notizia, riportata da Ansa che segnala, tra i nomi dei connazionali presenti sull’aereo decollato da Addis Abeba e diretto a Nairopi, anche l’assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia, Sebastiano Tusa, Sovrintendente del Mare della Regione e archeologo molto conosciuto a livello internazionale.

Un assessore sull’aereo precipitato

Secondo le prime informazioni Tusa doveva raggiungere il Kenia, stato nel quale si era già recato durante le festività natalizie insieme alla moglie Valeria Patrizia Li Vigni, per prendere parte ad un progetto dell’Unesco. La Li Vigni è direttrice del Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo ed era a bordo con il marito. Tra gli altri italiani presenti c’erano anche tre membri di una Ong diretti a Nairobi per prendere parte, conferma Rainews24, alla quarta sessione dell’assemblea dell’Onu sull’ambiente (Unea-4).

Le parole di Conte e Musumeci

“Ho appena ricevuto la conferma ufficiale dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri: l’assessore Sebastiano Tusa era sull’aereo precipitato in Etiopia. Sono distrutto – ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – E’ una tragedia terribile, alla quale non riesco ancora a credere: rimango ammutolito”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha scritto su Twitter: “Oggi è un giorno di dolore. Nell’aereo della Ethiopian Airlines precipitato dopo il decollo da Addis Abeba vi erano anche nostri connazionali. Ci stringiamo tutti ai familiari delle vittime rivolgendo loro i nostri partecipi, commossi pensieri”.

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Sgarbi ricorda l’assessore Tusa

“Resta il suo pensiero – ha sottolineato Vittorio Sgarbi nel ricordare l’archeologo Sebastiano Tusa – l’intelligenza, la disponibilità ad ascoltare, la gentilezza, e tanti studi, tante ricerche sospese, tanti sospiri di conoscenza. In pochi casi l’archeologo, lo scienziato si era fatto politico con tanta naturalezza, continuando a vedere le cose, la storia e il mondo senza calcoli e strategia, per amore della bellezza, per la certezza che il mondo antico in Sicilia era ancora vivo. Potevano risorgere sculture – ha aggiunto -, rinascere kouroi, uscire Venere dall’acqua. E come vive la storia con noi, vive anche lui oltre la sua apparente fine”.

La lista passeggeri

Nella lista passeggeri diffusa e ripresa dai media figurano anche 8 americani, 7 francesi, 7 britannici, 5 tedeschi, 18 canadesi, 8 cinesi, 32 kenioti e 9 etiopi. Complessivamente i 157 passeggeri a bordo del Boeing precipitato erano di 35 nazionalità diverse. L’incidente si è verificato alle 8.44 locali, nei pressi della località di Bishoftud ubicata a sud della capitale etiope; stando ai dati di volo dunque, lo schianto è avvenuto solo 6 minuti dopo il decollo dall’aeroporto di Addis Abeba. Una prima foto che ritrae l’Ad della compagnia aerea Tewolde Gebremarian lo mostra tra le macerie dell’aereo, un Boeing 737-8 MAx, un aereo nuovo consegnato a metà novembre alla compagnia, con un pezzo di lamiera tra le mani. “Tewolde Gebremariam è ora sulla scena dell’incidente _- si legge in un comunicato della compagnia aerea – e si rammarica di confermare che non ci sono sopravvissuti. Esprime la sua profonda vicinanza e le condoglianze alle famiglie dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio che hanno perso la vita in questo tragico incidente”.

Le parole del CEO di Ethiopian

Stando a quanto sottolineato dal CEO della Ethiopian Airlines, il pilota “aveva avuto l’autorizzazione a rientrare dopo aver segnalato dei problemi pochi minuti dopo il decollo. Controlli e manutenzione sul velivolo non hanno mai rivelato alcun problema. Era un aereo nuovo di zecca”. Nel 2010 un aereo della stessa compagnia decollato da Beirut in Libano, precipitò nel Mar Mediterraneo, morirono 90 persone.