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Blackout in Venezuela: gli USA ritirano tutto il personale diplomatico

Venezuela

Il blackout ha messo in ginocchio il Venezuela. Le tensioni con gli USA aumentano, con Maduro che incolpa l'amministrazione Trump di "sabotaggio".

Per gli Stati Uniti la situazione in Venezuela “è in via di peggioramento”. Il Dipartimento di Stato americano ha annunciato quindi il ritiro di tutto il personale diplomatico presente nel Paese, iniziato nella giornata di lunedì 11 marzo 2019 come confermato dal Segretario Mike Pompeo.

Blackout o colpo di Stato?

Dopo il blackout che ha colpito il Venezuela, Nicolas Maduro ha infatti puntato il dito contro gli USA considerati responsabili di un “colpo di Stato criminale elettrico”. Maduro ha rivelato di aver fatto arrestare due sabotatori colti in flagrante mentre manomettevano i sistemi di comunicazione della diga di Guri, che rifornisce gran parte dell’energia elettrica del Venezuela.

Pompeo ha invece respinto al mittente ogni accusa, sostenendo che le interruzioni sono dovute a “anni e anni di abbandono”, incolpando così Maduro di “cattiva gestione e avidità” nello sfruttare le risorse. Gli USA, ha assicurato poi il Segretario di Stato, sono “interessati solo al benessere del popolo venezuelano”, e per questo l’amministrazione ribadisce la necessità che Maduro faccia un passo indietro e si dimetta.

Nel frattempo, l’autoproclamato presidente Juan Guaidó, nel corso di una conferenza stampa a Caracas, ha dichiarato “l’emergenza nazionale”, incolpando direttamente Maduro delle 17 morti registrate da giovedì 7 marzo 2019, quando è iniziata a mancare l’energia elettrica. Nel tentativo di “raccogliere la pubblica rabbia”, Guaidó ha inoltre invitato i militari venezuelani a disertare.

Il regime resiste

Il governo intanto, attraverso il ministro della Comunicazione Jorge Rodriguez, estende a martedì 12 marzo la sospensione dal lavoro e dalla scuola, riferendo che sarebbero cinque gli “attacchi criminali sferrati contro il sistema elettrico nazionale”.

“Ci sentiamo profondamente commossi ed orgogliosi al vedere il coraggio con il quale i nostri compatrioti stanno affrontando questa atroce aggressione. – ha dichiarato quindi il ministro – E’ un’altra vittoria che rivendichiamo, in attesa della vittoria finale contro questo attentato”.