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Brexit, Westminster accetta richiesta di rinvio: no referendum bis

Brexit

Il governo May potrà chiedere all'Ue un rinvio breve dal 29 marzo al 30 giugno. Tuttavia: "Non è automatico, serve l'unanimità dei 27 Paesi"

Con 391 contrari e 242 a favore, l’accordo sulla Brexit di Theresa May ha subito una seconda sconfitta alla Camera dei Comuni. Il Parlamento britannico negli ultimi giorni si sta facendo portavoce di un Paese allo sbando. A confermarlo, quanto accaduto mercoledì 13 marzo nella Camera dei Comuni. Approfittando della debolezza politica della premier britannica, il Parlamento ha votato a sorpresa (312 contro 308) un emendamento che chiede al governo di escludere in ogni circostanza e in qualsiasi momento l’ipotesi “no deal”, cioè l’uscita senza accordo di Londra dall’Unione europea.

L’indomani, Theresa May ha potuto tirare un sospiro di sollievo, ottenendo un piccolo successo alla House of Commons. Con 412 voti a favore e 202 contrari, è stata approvata una mozione che consentirà al governo britannico di chiedere all’Ue un rinvio “breve” della Brexit, dal 29 marzo al 30 giugno. In questo modo, si vorrebbe sottoporre per la terza volta al voto di ratifica del Parlamento l’accordo di divorzio raggiunto con Bruxelles a novembre e già bocciato 2 volte. Il voto è in programma per la terza settimana del mese di marzo, fa sapere Repubblica. Intanto da Bruxelles arriva la replica della Commissione Ue. Un portavoce, infatti, ha fatto sapere che il rinvio non è automatico. Spetterà ai leader dei 27 decidere e dovranno eventualmente farlo all’unanimità.

Brexit, accettato il rinvio

Westminster ha accettato la richiesta di rinvio “breve”. Tuttavia, non c’è maggioranza alla Camera dei Comuni britannica in favore di un secondo referendum sulla Brexit, riporta ancora Repubblica. A confermarlo, la bocciatura di un emendamento trasversale presentato per collegare la richiesta di un rinvio dell’uscita dall’Ue. L’emendamento ha avuto 85 voti a favore e 334 contrari. Ha pesato l’astensione del Labour.

Intanto dall’Ue arriva un nuovo avvertimento. Di fronte a questa “situazione di incertezza se siamo lucidi e responsabili ci dobbiamo preparare ad una Brexit senza accordo, perché il 29 marzo è vicino“. E’ questo il commento del capo negoziatore Michael Barnier. L’estensione sarà al voto nella serata di giovedì 14 marzo. “Non mi permetto di intervenire su questo, ma voglio dire che la situazione è grave e che bisogna prepararsi” allo scenario di un “no deal”, ha fatto sapere. “Siamo pronti, ma raccomando di non sottostimare le conseguenze“.

Trump contro Theresa May

Sula questione Brexit è intervenuto anche il presidente americano Donald Trump.

Trump attacca Theresa May e il modo in cui la premier britannica ha gestito i negoziati sulla Brexit. “Non ha ascoltato i miei consigli”. Queste le parole pronunciate davanti ai giornalisti a margine dell’incontro col primo ministro irlandese Leo Varadkar.

Poi il presidente americano ha ribadito che gli Stati Uniti vogliono rimanere fuori dai negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Tuttavia, su un eventuale nuovo voto sulla Brexit ha dichiarato: “Sarebbe impossibile perché ingiusto”. “I negoziati devono andare avanti, anche se dovevano essere portati avanti in maniera diversa”, ha aggiunto.