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Il manifesto di Tarrant, l'attentatore della moschea a Christchurch

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"Mi ritengo un fascista, sono sicuro che i giornalisti mi ameranno per questo".

“Chi sono? Solo un uomo bianco, normale, ho 28 anni: sono nato in Australia da una famiglia della working class. Ho avuto un’infanzia normale, senza grandi problemi”. Inizia così il manifesto di Brenton Tarrant, l’attentatore della moschea a Christchurch in Nuova Zelanda: preparava l’attacco da anni. Il suo scopo? “Garantire un futuro alla sua gente”. Il killer ha filmato l’intero agguato trasmettendolo in diretta facebook: delle immagini strazianti, l’opera di un folle omicida. Tarrant si professa come un lupo solitario, secondo le forze di polizia avrebbe agito insieme a due complici “Tante persone mi hanno ispirato, tra queste Luca Traini“. Il nome dell’ex candidato Lega responsabile della sparatoria di Macerata si scorge, scritto, sulle munizioni utilizzate durante la sanguinosa tragedia: 40 le vittime dell’attentato terroristico rivendicato e ribattezzato dal 28enne come “l’attacco contro gli immigrati”.

Il manifesto di Brenton Tarrant

L’australiano si riteneva il paladino dei milioni di europei e di altri popoli etno-nazionalisti che “desiderano vivere in pace tra la propria gente, vivendo nelle proprie terre”. Nel suo manifesto conferma l’appartenenza a molti gruppi nazionalisti ma afferma di non essere “membro diretto di alcun gruppo o organizzazione”. Brenton Tarrant ha scelto la moschea di Christchurch perché i fedeli sono “un gruppo visibile e numeroso di invasori” gli stessi che sempre secondo la follia dell’attentatore “arrivano da una cultura che ha i tassi di fertilità tra i più elevati” per questo motivo per Tarrant sono ritenuti i responsabili dell’occupazione delle terre “della nostra gente e vogliono sostituirci etnicamente”. Non è nazista, non è un cattolico ma il suo identikit termina così “Mi ritengo un fascista, sono sicuro che i giornalisti mi ameranno per questo”.