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Brexit, Theresa May: terzo voto solo con sostegno

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La premier non esclude di poter rinunciare la settimana prossima a un terzo voto di ratifica dell'accordo sulla Brexit

Non si esclude un terzo voto di ratifica dell’accordo sulla Brexit, raggiunto con Bruxelles a novembre e già bocciato due volte, laddove dovesse “apparire che non c’è sufficiente sostegno” alla Camera dei Comuni. A farlo sapere è stata la stessa premier britannica Theresa May. In una lettera inviata a tutti i deputati, infatti, ricapitola le opzioni a disposizione del Regno Unito dopo il rinvio limitato concesso dal vertice Ue. Nel testo fa poi un passo indietro rispetto alle accuse al Parlamento del suo discorso alla nazione di venerdì, fa sapere Ansa.

Brexit, “Cittadini stanchi”

Theresa May chiede all’Ue un rinvio breve della Brexit e sollecita il Parlamento britannico ad approvare l’accordo di divorzio raggiunto con l’Ue e già bocciato due volte a Westminster. “E’ il momento di una decisione, il Parlamento ha fatto di tutto finora per non decidere”, ha detto alla nazione in diretta tv. “Ho scritto a Donald Tusk, presidente del Consiglio d’Europa, chiedendo una piccola estensione dell’articolo 50 fino al 30 giugno per consentire ai parlamentari di prendere la decisione finale”. Quindi l’appello: “Spero di cuore che i parlamentari trovino il modo di sostenere l’accordo che ho negoziato con l’Ue”.

Pochi giorni addietro, nel Question Time ai Comuni, May aveva escluso nettamente l’ipotesi di una proroga lunga, definendo “inaccettabile” la prospettiva che il Regno Unito possa dover partecipare alle prossime elezioni europee “a tre anni di distanza” dal risultato del referendum del 2016. “Non sono preparata a ritardare la Brexit oltre il 30 giugno”, ha ribadito. “Sono sicura che voi ne avete abbastanza, siete stanchi dei giochi politici”, ha detto rivolgendosi ai cittadini. “Siete stanchi di parlamentari che parlano solo di Brexit e non della scuola dei nostri figli, del sistema sanitario, della criminalità“, ha aggiunto.

Poi la May si è difesa dalle critiche: “Qualcuno dice che ho fatto la scelta sbagliata, avrei dovuto chiedere una proroga fino alla fine dell’anno o anche oltre, per dare più tempo ai politici. Ma questo avrebbe significato chiedervi di votare alle elezioni europee a 3 anni di distanza dalla decisione di lasciare l’Ue. Che messaggio avrebbe mandato tutto questo? E che campagna elettorale divisiva e aspra ci sarebbe stata, proprio nel momento in cui il nostro paese ha disperato bisogno di unità?”. “Qualcuno suggerisce un secondo referendum. Non credo sia quello che vogliate voi. E non è ciò che voglio io”, ha fatto sapere.