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Brexit, nuova bocciatura: la May si aggrappa al quarto voto

Brexit

Dopo la terza sconfitta alla Camera dei Comuni, è "probabile che Theresa May ci voglia riprovare"

Altro smacco per la Premier Theresa May. La Camera dei Comuni ha bocciato per la terza volta il piano May per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Il voto è arrivato con 344 no e 286 sì. Si riduce lo scarto (58 voti) rispetto alle due occasioni precedenti. Tuttavia, si è ancora lontani dall’atteso e auspicato testa a testa.

La May non sembra rassegnata dopo la terza sconfitta ai Comuni del suo accordo sulla Brexit. Lo affermano fonti di Downing Street citate dai media e riportate dall’Ansa. Fonti locali riferiscono che la premier Tory non crede che l’intesa possa dirsi definitivamente morta, come le chiedono di riconoscere le opposizioni. Per questo vorrebbe continuare a cercare consensi alla Camera. La riduzione dello scarto nella sconfitta, dai 203 voti di gennaio ai 58 di ieri, significherebbe che “si sta andando nella giusta direzione”, riportano ancora fonti locali. Il piano del governo sarebbe ora quella di provare a riproporre l’accordo la settimana prossima a Westminster in un ballottaggio con il piano B alternativo d’iniziativa parlamentare, fa sapere l’Ansa. E’ “probabile che Theresa May ci voglia riprovare”, conferma Laura Kuenssberg, political editor di Bbc.

Brexit, nuova bocciatura

Theresa May si era detta disposta a dimettersi pur di far passare l’accordo. Subito dopo la bocciatura, ha definito “grave” la decisione e ha rinfacciato alla Camera di non avere un piano B maggioritario, ricorda la Repubblica. Quindi, la Premier britannica ha insistito affermando il governo continuerà ad agire affinché “la Brexit sia attuata”. Poi ha fatto sapere che la partecipazione di Londra alle elezioni europee di fine maggio è ormai “quasi certa”.

Il leader dell’opposizione Jeremy Corbyn si mantiene fermo sulle sue posizione e ha chiesto le dimissioni della Premier. Intanto, riporta ancora la Repubblica, arriva la notizia della convocazione di un Consiglio europeo il 10 aprile per discutere degli sviluppi della situazione britannica. Il 12 aprile è la data entro la quale, in mancanza di accordo ratificato, il governo britannico dovrà chiedere un rinvio prolungato oppure prepararsi al temuto divorzio senz’accordo (“No deal”). Da Bruxelles, in una nota, la Commissione europea fa sapere che, giunti a questa situazione, uno scenario “No deal” a partire dalla mezzanotte del 12 aprile “è quello più probabile”.