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Usa, sparatoria davanti a una sinagoga a San Diego: un morto

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E' di un morto e almeno 3 o 4 feriti il bilancio della sparatoria all'esterno della sinagoga a San Diego. Fermato il killer.

Paura in California, dove un killer avrebbe esploso alcuni colpi all’esterno di una sinagoga. Diverse persone, fedeli che frequentavano il luogo di culto, sarebbero rimaste ferite e tra loro ci sarebbero anche un rabbino e alcuni bambini. Il bilancio parla di almeno un morto e 3 o 4 feriti. L’unica vittima sarebbe una donna, mentre nessuno dei feriti risulterebbe in pericolo di vita. L’uomo che ha aperto il fuoco è un 19enne bianco residente nella zona di San Diego che avrebbe fatto fuoco con un fucile semiautomatico, come riferito dalla Polizia che lo ha fermato mentre tentava la fuga.

“Un crimine d’odio”

Stando a quanto riferito dal Presidente Donald Trump durante un breve incontro con i giornalisti, “secondo le prime informazioni si tratterebbe di un crimine d’odio” anche se non è ben chiaro se il movente della sparatoria possa risiedere nell’antisemitismo. In sindaco di Poway, Steve Vaus ha dichiarato davanti alle telecamere che l’obiettivo degli spari era proprio la comunità ebraica: “Credo che l’autore dell’accaduto sia stato mosso dall’odio verso questa comunità” ha dichiarato. Gli investigatori stanno comunque interrogando l’arrestato per chiarire quanto più possibile l’accaduto.

Il ricordo va ovviamente alla strage della sinagoga di Pittsburgh avvenuta il 27 ottobre 2018. In quell’occasione, un uomo, Robert Bowers, entrò in azione e uccise ben 11 persone.

Il killer: un separatista bianco

Il 19enne sarebbe un separatista bianco che ha scritto alcune lettere in cui denuncia il suo odio verso gli ebrei e altre persone, come riferito da Rita Katz, responsabile del sito specializzato Site. Il ragazzo avrebbe inoltre affermato di essersi ispirato a Brenton Terrant, l’uomo che fece strage in una moschea in Nuova Zelanda. Sempre secondo Katz, il giovane avrebbe anche postato una lettera in cui invita altri bianchi separatisti a mettere in atto attacchi. Nella stessa lettera spiegherebbe di aver impiegato 4 settimane per pianificare tutto svelando di aver appiccato un incendio in una moschea poco dopo l’attacco in Nuova Zelanda. Tra le persone a cui si ispirerebbe figura anche Adolf Hitler.