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Uccise i cinque figli strangolandoli: chiesta infermità mentale a processo

Timothy Ray Jones Jr

Uccide i cinque figli in casa, arrestato e portato a processo: si cerca la via dell'infermità mentale.

Timothy Ray Jones Jr. autore dell’omicidio dei suoi 5 figli nell’agosto 2014, dovrà affrontare il processo per pluriomicidio davanti al Tribunale della Contea di Lexington. Ingegnere informatico, separato, al momento del fatto doveva accudire i figli rispettivamente di 8, 7, 6, 2 e 1 anno nella sua casa in South Carolina. Secondo le ricostruzioni i piccoli sarebbero stati strangolati a morte ed i cadaveri sarebbero stati avvolti in dei sacchetti di plastica. Una volta consumato il delitto e sistemati i corpi nel portabagagli del suo SUV, Timothy avrebbe guidato una settimana per più di mille chilometri fino in Alabama, vicino Camden, per seppellire i corpi ed eliminare le prove. Fermato fortuitamente al confine col Mississippi in evidente stato di ebbrezza, gli agenti di polizia hanno notato il sangue presente nel portabagagli della macchina ed hanno avviato subito le indagini. L’uomo stesso ha confessato l’omicidio e si è consegnato alla giustizia.

“Infermità mentale per evitare la pena di morte”

I legali del 37enne fanno sapere che chiederanno l’infermità mentale per il loro assistito. Sembra l’infermità mentale infatti l’unica attenuante che eviterebbe all’uomo la pena capitale, portandolo sul binario dell’ergastolo. La condizione di disabilità intellettiva infatti, negli Stati Uniti è considerata una delle attenuanti più forti a questa pena negli stati in cui essa sia ancora vigente. Sono capitati più volte casi di sentenze capitali riconfigurate in ergastoli in seguito al riconoscimento di questa particolare condizione. Un caso è ad esempio quello di Ronell Wilson, afroamericano inizialmente condannato a morte nel 2007 per l’uccisione di due poliziotti e poi fatto ufficialmente uscire dal braccio della morte nel 2016 dal giudice Nicholas Garaufis. Il giudice in questo caso aveva riconsiderato la sentenza dopo le valutazioni della Corte Suprema statunitense in merito al caso, considerando poco preciso stabilire condizioni di deficit cognitivo solo in base ai risultati numerici dei test del Q.I.