> > Istanbul, il voto sarà ripetuto. Accolto il ricorso di Erdogan

Istanbul, il voto sarà ripetuto. Accolto il ricorso di Erdogan

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Nelle elezioni del 31 marzo il candidato dell'opposizione Ekrem Imamoglu era stato eletto sindaco di Istanbul con il 48,79 per cento dei voti.

Accogliendo il ricorso presentato dall’Akp – il partito del Presidente Erdogan – la commissione elettorale turca ha deciso per la ripetizione delle elezioni comunali di Istanbul, vinte di misura lo scorso 31 marzo dal candidato dell’opposizione Ekrem Imamoglu con una maggioranza del 48,79 per cento dei voti contro il 48,51 dello sfidante Binali Yıldırım, quest’ultimo già Primo Ministro del paese dal 2016 al 2018.

Le accuse di brogli elettorali

Come riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu i giudici hanno accolto la richiesta di riconteggio dei voti, accompagnata da accuse di brogli elettorali, presentata dall’Akp martedì scorso in un ultimo disperato tentativo di impedire che la città più importante della Turchia passasse dopo 15 anni nelle mani degli avversari del Chp. La ripetizione del voto – che sempre secondo la commissione elettorale dovrà svolgersi il prossimo 7 luglio – avverrà inoltre soltanto per l’elezione del sindaco e non per quella dei singoli consiglieri comunali. In quest’ultimo caso infatti le forze pro Erdoğan hanno deciso di non presentare alcun ricorso avendo ottenuto la maggioranza dei voti.

Nel frattempo però, forte di un largo consenso popolare che potrebbe riservare sorprese alle prossime elezioni, Ekrem Imamoglu si è formalmente insediato come sindaco di Istanbul. La stessa città che dal 1994 al 1998 ebbe come primo cittadino proprio l’attuale Presidente Erdogan, il quale per sottolineare il peso politico di quella che si potrebbe considerare la capitale morale del paese disse una volta: “Chi governa Istanbul governa la Turchia”.

Le proteste dell’opposizione

Non ha tardato a farsi sentire la risposta del Chp, principale forza d’opposizione, affermando come ormai in Turchia sia illegale vincere contro il partito di Erdogan: “Un sistema che reprime la volontà popolare e disprezza la legge non è democratico né legittimo”.