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Usa, bambina stuprata rimane incinta: non può abortire

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La piccola è rimasta incinta e dovrà dare alla luce il frutto delle violenze subite. L'aggressore è stato arrestato

Una bambina americana di 11 anni sarà costretta a tenere il bambino frutto di una violenza sessuale subita durante un rapimento. Il colpevole è un 26enne che l’ha segregata in un armadio per poi stuprarla più volte. La madre ha denunciato la scomparsa della bambina e la polizia è riuscita ad individuare la casa del colpevole e liberarla, ma ormai era troppo tardi. La vicenda arriva dall’Ohio, e proprio a causa della controversa legge sul “battito cardiaco”, la bambina non potrà abortire. La legge stabilisce infatti che le interruzioni di gravidanza non possono essere eseguite dopo 6 settimane o comunque dal momento in cui è possibile rilevare un battito cardiaco fetale. Il sequestratore, Leon Gomez, è stato arrestato.

La denuncia della madre

A far scattare l’allarme è stata la madre della bambina e gli agenti hanno poi scoperto che il sequestratore della bambina era lo stesso uomo su cui stavano indagando per una presunta aggressione sessuale. Una pattuglia si è quindi recata a casa sua, dove hanno trovato il coinquilino del 26enne. Quest’ultimo ha permesso agli ufficiali di perquisire la casa, nella quale hanno trovato la bambina nascosta in un armadio.

La legge sul battito cardiaco

L’11enne non potrà abortire, e dovrà dare alla luce il frutto delle violenze subite. Questo a causa della legge in vigore in Ohio. Il governatore, Mike Dewine, ha dichiarato: “Il ruolo del governo dovrebbe essere quello di proteggere la vita dall’inizio alla fine“. Stando al disegno di legge, i medici che violano la legge possono incorrere in una pena detentiva e condannati al pagamento di 20 mila dollari da parte dello State Medical Board dell’Ohio.