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Morte di Lucia Perez, il principale imputato: "Sono innocente"

Lucia Perez, parla il principale imputato

Il 23enne Matìas Farìas si è difeso così in tribunale: "Non l'ho stuprata, non l'ho impalata, non ho fatto niente".

La morte di Lucia Perez ha scosso profondamente l’opinione pubblica, non solo in Argentina ma in tutto il mondo. Questa 16enne di Buenos Aires brutalmente violentata, torturata e uccisa, per poi essere abbandonata dai suoi assassini davanti all’ospedale, è diventata il simbolo delle tante donne che subiscono violenza. Tre sono gli uomini accusati del suo omicidio: Juan Pablo Offidani, Alejandro Alberto Masiel e il 23enne Matìas Farìas. Proprio quest’ultimo, durante la sua prima comparsa in tribunale, si è dichiarato innocente: “Non l’ho stuprata, non l’ho impalata, non ho fatto niente“.

Le parole dell’imputato

Farìas è comparso in aula solo dopo essere venuto a sapere che l’avvocato della famiglia di Lucia aveva chiesto la condanna all’ergastolo, informa La Capital Mar del Plata. Le accuse nei suoi confronti vanno dalla violenza sessuale all’omicidio, aggravato dall’uso di farmaci e dal femminicidio. Non ha saputo trattenere la rabbia davanti alla lettura dei capi di imputazione da parte del procuratore Daniel Vincente e dell’avvocato dell’accusa Gustavo Marceillac. Rivolto a quest’ultimo, ha esclamato: “Stai chiedendo per me una pena senza fine. Io non l’ho violentata, non l’ho impalata, nulla di tutto ciò”. Davanti a un simile attacco d’ira, l’imputato è stato allontanato dall’aula dalle forze dell’ordine, subito seguito dal suo avvocato difensore, Laura Solari.

Il caso Lucia Perez

L’8 ottobre 2016, la 16enne Lucia Perez è stata abbandonata fuori dal pronto soccorso dell’ospedale di Mar del Plata, nei pressi di Buenos Aires ed è morta dopo diversi tentativi di rianimazione. Gli uomini che l’hanno affidata ai medici hanno parlato di overdose, riporta Fanpage. Ma le analisi cliniche hanno svelato la verità: la ragazza è stata drogata, violentata e torturata con un oggetto contundente nell’ano fino a ucciderla. Prima di lasciarla alle porte dell’ospedale, i suoi carnefici l’hanno ripulita e rivestita, in modo da nascondere la brutale violenza.

Gli inquirenti sono risaliti a Masiel e Farìas, che sono stati accusati di omicidio. Offidani, invece, ha dovuto rispondere dell’accusa di favoreggiamento. Al termine del processo, tutti e tre gli imputati sono stati assolti: il giudice ha riconosciuto la tesi della difesa, secondo la quale il rapporto tra gli uomini e la ragazza è stato consenziente. Masiel e Farìas sono stati giudicati colpevoli solo di averle venduto sostanze stupefacenti.