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Venezuela, ambasciatore in Italia si dimette: "Ora farò solo il nonno"

Isaías Rodríguez

Isaías Rodríguez rimane fedele a Nicolas Maduro ma getta la spugna. "Mi dimetto da ambasciatore del Venezuela in Italia senza ranzore e senza soldi".

L’ex vice presidente del Venezuela durante il governo del presidente Hugo Chávez, considerato uno dei più vicini al regime, si dimette dalla sua carica di ambasciatore in Italia. In una lettera aperta, diffusa sui media, Isaías Rodríguez comunica infatti a Nicolas Maduro la sua decisione. “Le mie dimissioni non sono irrevocabili perché nulla è irrevocabile nella vita. – chiarisce il diplomatico – È semplicemente definitiva, signor presidente”.

“Ambasciata trattata senza rispetto”

“Non mi devi vedere né sentire come vulnerabile. Quest’espressione è ‘neonazista’ e non suona bene” chiarisce quindi Isaías Rodríguez. Nella lettera viene sottolineato come “nei confronti dell’ambasciata” che “rappresenta il governo nazionale ci sia stata in diverse occasioni mancanza di rispetto“.

“Lascio l’incarico, chiarisce infatti il diplomatico, “senza rancore e senza soldi”. E aggiunge: “Mi sono dimesso, Presidente, anche da dosi di insonnia, stress, afflizioni e serpenti velenosi (dalla testa triangolare, ndr) che mi hanno accompagnato a lungo durante il mio lavoro”.

Nel corso di una recente conferenza stampa Isaías Rodríguez si era lamentato infatti delle sanzioni USA imposte al Venezuela e sostenute dall’Italia. “Mia moglie – rivelava – ha appena venduto dei vestiti per arginare gli effetti del blocco degli Stati Uniti. Io sto cercando di trasferire l’auto che ho comprato quando sono arrivato all’ambasciata e non ho un conto in banca, perché i ‘gringos’ mi hanno sanzionato e la banca italiana mi ha buttato fuori“.

“Ora farò solo il nonno”

Sul sito Infoba veniva riferito infatti che l’ambasciata aveva un arretrato di tre mesi d’affitto, mentre gli undici dipendenti non venivano pagati da quattro mesi. Isaías Rodríguez conferma quindi di “condividere la causa” di Maduro che, assicura, “è la mia”. “Questa mi ha trattenuto come un campo magnetico, come una calamita. Con una fede assoluta mi sono aggrappato al chavismo, come fosse una tavola in un oceano di contraddizioni che circonda il suo governo” precisa quindi.

“Voglio che sappia, presidente, che sono e sarò al suo fianco. Ma spiritualmente. – conclude – E’ il mio turno di essere nonno, e non voglio morire senza svolgere questo compito che è stato ritardato dalla politica”.