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Europee in Portogallo: vince la sinistra di Andrea Costa

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Portogallo in netta controtendenza: trionfano i socialisti. Costa è il primo candidato per il post Juncker. Sconfitti i conservatori del Psd.

Netta vittoria dei socialisti in Portogallo

Netta vittoria dei socialisti al governo, questo è quanto si profila in Portogallo dopo aver scrutinato circa il 95% delle circoscrizioni elettorali. Antonio Costa, premier del Ps, conquista il 33,7% dei voti, registrando un aumento di oltre due punti percentuali e mandando al Parlamento europeo nove eurodeputati sui ventuno complessivi. Seguono i conservatori del Psd come seconda forza politica del Paese (cinque o sei seggi), staccando il blocco di sinistra BE (fermo al 9,6%), con un sonoro 22,3%. La Coalizione democratica Cdu, che accorpa comunisti, Verdi e raggruppamenti di sinistra, raggiunge il 6,6% conquistando così due seggi. Secondo gli osservatori, questo voto europeo, rappresenta una sorta di test per le elezioni parlamentari fissate per il 6 ottobre.
Il Portogallo ha registrato un’affluenza al 30%, un record negativo: alle elezioni del 2014 si era recato alle urne il 33,8% degli elettori.

Antonio Costa verso la Commissione europea

Il successo registrato dai socialisti potrebbe rilanciare Antonio Costa a candidarsi alla presidenza della commissione europea. Già indicato dal presidente francese Macron per il post Juncker, il risultato potrebbe decisamente rilanciare le sue quotazioni, tenendo conto anche delle dichiarazioni del Pse subito dopo il voto. Udo Bullmann, capogruppo dei Socialisti&Democratici, ha dichiarato “Il Ppe non ha piu’ i numeri e la forza politica per guidare l’Unione europea e la Commissione”, chiedendo infine la formazione di una “nuova alleanza progressista” all’Europarlamento e “un nuovo contratto sociale“.
Sempre secondo Bullmann, sulla base delle proiezioni, c’è più di una chance che Frans Timmemans, capolista dei socialisti, diventi presidente della Commissione: “Ma la cosa più importante è il contenuto“, sottolinea l’importanza della lotta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze sociali. Bullman ha concluso che il Ppe non ha il monopolio naturale della presidenza della Commissione, affermando che sarà quindi necessaria una nuova alleanza.