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Rapiti in Afghanistan: marito abusa di lei per avere bambini

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Durante il loro periodo da ostaggi in Afghanistan, il marito violenta più volte la propria moglie.

Per cinque lunghissimi anni, Caitlan Coleman è stata tenuta in ostaggio dai talebani, insieme al marito Joshua Boylee. Al momento della liberazione, la donna si è sfogata raccontando il doppio calvario che ha dovuto subire.

Il racconto

Nell’Ottobre 2012, la coppia stava viaggiando attraverso una zona non sicura dell’Afghanistan quando è stata rapita da un gruppo di talebani della rete Haqqani. Durante il loro lunghissimo periodo di prigionia, Caitlan ha dato alla luce tre bambini e ha dovuto sopportare un aborto spontaneo, ma le barbarie peggiori le ha subite da suo marito. Joshua infatti non si è minimamente preoccupato delle volontà di sua moglie, ha continuato a violentarla per cercare di mettere su famiglia anche se il momento non era decisamente dei migliori.

L’accusa

La coppia è stata liberata nel Settembre del 2017 grazie ad un operazione dei SEAL statunitensi, ma al ritorno in patria invece di godersi la tanto sognata libertà, la donna ha accusato il marito di averla violentata e di essere un simpatizzante talebano. Secondo lei lo scopo dell’uomo sarebbe stato quello di recarsi in Afghanistan per contattare alcuni combattenti islamici. L’accusa più grave è quella di essere diventato più brutale anche dei loro rapitori durante la loro permanenza forzata: “Prima della prigionia, volevo avere una famiglia con Josh, ma durante la prigionia non mi ha consentito di scegliere se avere o meno dei figli, io non volevo che i piccoli nascessero lì e subissero tutto quello ma lui mi ha costretto”. Ora Joshua Boylee è sotto processo ad Ottawa, in Canada, dove si era recato dopo la loro liberazione.