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Brasile, aggredito perché gay: 22enne in stato vegetativo

Brasile gay aggredito

I genitori hanno lanciato una campagna di crowdfunding: "È pieno di sogni e obiettivi, ha bisogno di aiuto per continuare a lottare per la vita".

È in stato vegetativo Jefferson Anderson Fejio da Cruz, un 22enne brasiliano aggredito perché gay nella città di Moreno, nel nord-est del Paese. Secondo quanto si apprende da TPI, il giovane, nel dicembre 2018, stava trascorrendo una tranquilla serata insieme ad alcuni amici, per festeggiare la fine dell’anno. A un certo punto si è allontanato per andare in bagno ma la sua assenza prolungata ha insospettito gli amici, che lo hanno raggiunto per assicurarsi che stesse bene. Lo hanno trovato a terra, nudo e in una pozza di sangue.

Attacco omofobo

Jefferson era privo di sensi e aveva rivoli di sangue che gli rigavano il volto. Era stato derubato, ma la violenza con cui gli aggressori si sono scagliati contro di lui ha fatto subito sospettare che non si trattasse di una semplice rapina, ma di un attacco omofobo.

Il 22enne è stato immediatamente trasferito all’ospedale di Olinda, dove è stato ricoverato in condizioni critiche. Le lesioni più preoccupanti erano quelle alla testa, che hanno richiesto un intervento chirurgico d’urgenza. L’operazione si è conclusa con successo, ma il ragazzo non si è svegliato ed è invece caduto in uno stato di coma profondo. Qualche mese dopo, Jefferson ha aperto gli occhi, ma i medici hanno appurato che si trovava in uno stato vegetativo. Non è in grado riparlare, di muoversi né di reagire agli stimoli e, al momento, le sue condizioni non sembrano destinate a migliorare. I medici, non potendo fare più nulla per lui, lo hanno rimandato a casa.

La campagna di crowdfunding

Ora i genitori hanno lanciato un appello. Prendersi cura del figlio senza alcun sostegno da parte dell’ospedale è un grave impegno, anche dal punto di vista economico. Per questo la famiglia ha dato vita a una campagna di crowdfunding. L’obiettivo è garantire a Jefferson un fisioterapista che lo segua durante la sua lunga riabilitazione e la creazione di un ambiente idoneo, nell’abitazione, a ospitarlo nella sua condizione. “Il suo stato richiede la massima cura, che non riesce a essere coperta dai genitori e dagli amici”, si legge sul sito della campagna. “C’è bisogno di una stanza ad hoc, dell’aria condizionata, del letto mobile, del serbatoio dell’ossigeno, degli stivali ortopedici e dei guanti, del materasso ortopedico. Oltre al fisioterapista, al logopedista e a tante altre cose necessarie. Perché stiamo raccontando la storia di Jeff a tutti voi? Perché è un giovane pieno di sogni e obiettivi che ha bisogno del nostro aiuto per continuare a lottare per la vita“.