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Nord Corea, "giustiziati i negoziatori del vertice di Hanoi con Trump"

Kim Jong-un

Kim Jong-un non avrebbe davvero gradito il fallimento della trattativa sul nucleare e e la figuraccia per l'abbandono del tavolo da parte di Trump.

La rottura del negoziato sul nucleare con Donald Trump avrebbe fatto perdere la testa a Kim Jong-un, e non solo. Stando ad indiscrezioni riportate sui media sudcoreani, il regime di Pyongyang avrebbe fatto giustiziare i diplomatici presenti al vertice fallito di Hanoi, colpevoli di aver fatto fare una figuraccia al dittatore e per non essere riusciti ad alleggerire le sanzioni che strozzano economicamente la Corea del Nord.

Giustiziati i negoziatori

“Abbiamo letto il report. Stiamo facendo del nostro meglio per verificare la notizia. Ad oggi non ho altro da aggiungere in merito a questa vicenda” chiarisce venerdì 31 maggio 2019 il Segretario di stato americano Mike Pompeo in conferenza stampa da Berlino, commentando ciò che è stato scritto su alcuni media sudcoreani.

Nell’articolo pubblicato Chosun Ilbo una fonte anonima “a conoscenza dei fatti” ha sostenuto infatti che il regime di Pyongyang avrebbe giustiziato l’inviato speciale di Kim Jong-un per i negoziati nucleari a causa del fallimento del vertice di Hanoi, presieduto da Donald Trump.

Ad essere ucciso, mediante fucilazione, il diplomatico Kim Hyok Choi assieme a altri quattro funzionari di alto livello, considerati responsabili della rottura dei negoziati con gli americani. L’esecuzione sarebbe avvenuta a marzo 2019, circa un mese dopo il summit, all’aeroporto Mirim della capitale nordcoreana.

La figuraccia

Oltre a Kim Hyok Choi (che finora si riteneva fosse statto unicamente spedito in un cosiddetto “campo di rieducazione”), Kim Jong-un avrebbe dato l’ordine di uccidere anche l’interprete di Hanoi perché non sarebbe riuscito a comunicare a Trump quella proposta che avrebbe evitato l’abbandono del tavolo prima del tempo da parte del presidente americano. Ucciso poi, sempre secondo il quotidiano Chosun Ilbo, Kim Yong Chol, considerato il braccio destro del dittatore e una sorta di controparte di Mike Pompeo.

Contro di loro sarebbe stata mossa l’accusa di spionaggio anche se i cinque sarebbero stati semplicemente rei del fatto di aver fatto fare una figuraccia al regime, visto che Trump ha rifiutato ogni proposta nordcoreana presentata con l’intento di alleggerire le sanzioni che stanno mettendo sempre più in crisi l’economia del Paese.

Finora, la Corea del Nord non ha ancora commentato tali accuse. Da sottolineare che in passato i media sudcoreani hanno più volte riportato indiscrezioni sulla crudeltà del regime di Pyongyang e notizie di plotoni di esecuzione, anche se successivamente tali informazioni si sono rivelate false o inesatte.