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Strage di cetacei alle Isole Faroe: uccisi circa 150 esemplari

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Nella tradizionale Grindadráp avvenuta lo scorso 29 maggio, circa 150 globicefali sarebbero stati uccisi a colpi di lancia e di coltello dai faroesi.

Anche quest’anno si è ripetuta alle remote Isole Faroe, piccolo arcipelago danese sito nell’Oceano Atlantico, la tradizionale Grindadráp. La storica caccia che prevede la cattura e l’uccisione dei cosiddetti globicefali, specie di cetaceo nota colloquialmente anche col nome di balena pilota. Come riportato dall’associazione senza scopo di lucro Sea Shepherd Conservation Society, nella Grindadráp avvenuta lo scorso 29 maggio circa 150 globicefali sarebbero stati uccisi a colpi di lancia e di coltello.

Una controversa tradizione

La strage avvenuta mercoledì sarebbe la sesta dall’inizio dell’anno e stando ai resoconti delle associazioni ambientaliste sarebbe stata condotte con le solite modalità. I 150 esemplari sarebbero infatti stati avvistati da una piccola flotta di imbarcazioni locali che successivamente avrebbero accerchiato il banco per condurlo ed intrappolarlo nella baia di Sandágerði.

Una volta li, la consueta folla di faroesi armati di arpioni e coltelli ha iniziato ad attaccare i mammiferi appena essi si sono avvicinati al bagnasciuga. La tecnica di uccisione dei globicefali consiste infatti nella recisione del midollo spinale tramite un apposito coltello (il grindaknìvur) inserito dietro la testa degli animali.

Il macabro spettacolo delle acque tinte col sangue dei globicefali non sembra però impressionare gli abitanti delle Isole Faroe. Essi vedono invece nella Grindadráp un simbolo positivo della loro cultura nonché un metodo per sostentarsi. La dieta delle Isole Faroe è infatti composta principalmente da carne e la Grindadráp è uno dei pochi modi che i faroesi hanno per procurarsela a quelle latitudini.

La battaglia di Sea Sheperd

Da anni ormai l’organizzazione ambientalista Sea Sheperd conduce una battaglia al fine di fermare la Grindadráp e le conseguenti stragi di globicefali. Le azioni dell’associazione consistono principalmente in azioni di disturbo condotte dalle loro imbarcazioni nei confronti di quelle dei pescatori faroesi. Non mancano tuttavia anche azioni di documentazione foto e video, con attivisti di Sea Sheperd che camuffati da turisti riprendono da vicino la tradizionale mattanza. Un modo per far conoscere all’umanità ciò che accade in questo remoto arcipelago ai confini del mondo.