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Noa Pothoven non ha ottenuto l'eutanasia: morta di fame e di sete

Noa Pothoven bufala eutanasia

Marco Cappato: "L'Olanda ha rifiutato l'eutanasia. Lei ha smesso di bere e mangiare e si è lasciata morire a casa, coi familiari consenzienti".

Il suo caso ha commosso e fatto discutere tutta l’Italia, ma a poche ore dalla diffusione della notizia della morte di Noa Pothoven emergono nuovi dettagli che dipingono una realtà diversa. Sembra infatti che la 17enne, deceduta dopo anni di sofferenze e depressione a causa di violenze durante l’infanzia, non abbia ottenuto l’eutanasia ma si sia lasciata morire di fame e di sete. Al momento della morte non ci sarebbe stato dunque alcun team medico ad assisterla. Ai suoi familiari che sono accorsi al capezzale ha solo espresso il desiderio di “essere liberata”.

Cappato contro i media italiani

Sulla stampa italiana è rimbalzata la notizia della concessione dell’eutanasia a Noa da parte delle autorità olandesi. Notizia smentita, tra gli altri, anche da Marco Cappato. Sul profilo Facebook dell’attivista si legge: “L’Olanda ha autorizzato l’eutanasia su una 17enne? Falso! I media italiani non hanno verificato. L’Olanda aveva rifiutato l’eutanasia a Noa. Lei ha smesso di bere e mangiare e si è lasciata morire a casa, coi familiari consenzienti. Si attendono smentite e scuse“.

Cappato, citato da TPI, ha spiegato di aver chiesto “informazioni a una mia amica, per sapere che cosa stessero scrivendo i giornali olandesi sul caso. Lei mi ha risposto che non ne stavano parlando perché in realtà la ragazza aveva semplicemente smesso di mangiare e bere. Inoltre è venuta fuori anche che lei aveva fatto richiesta per ottenere l’eutanasia, ma la domanda le era stata rifiutata“.

A conferma di quanto rivelato dal leader dell’Associazione Luca Coscioni c’è anche un passaggio del libro autobiografico pubblicato dalla 17enne lo scorso anno: “La domanda [di eutanasia, ndr] è stata rifiutata perché sono troppo giovane e avrei dovuto prima affrontare un percorso di recupero dal trauma psichico fino ad almeno 21 anni. Sono devastata, non posso aspettare così a lungo”.