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Hong Kong, sospesa la legge sull'estradizione dopo le proteste

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La governatrice Carrie Lam ha annunciato il rinvio dell'iter a tempo indeterminato. Ma i manifestanti chiedono le sue dimissioni.

A Hong Kong hanno vinto i manifestanti scesi in piazza per protestare contro la legge sull’estradizione verso la Cina. La governatrice Carrie Lam ha annunciato la sospensione dell’iter per l’adozione della norma tanto discussa, informa il Corriere della Sera. La decisione è stata presa per far fronte all’ondata di proteste che si è sollevata e che ha portato a scontri tra migliaia di giovani e la polizia, in un preludio di quello che, secondo alcuni osservatori internazionali, sarebbe potuto sfociare in una nuova Piazza Tienanmen.

Le parole della governatrice

Davanti alla stampa locale, la governatrice ha spiegato che “questa legge sull’estradizione è giusta e giustificata. Ma abbiamo ascoltato la gente e la società, abbiamo introdotto numerosi emendamenti durante il dibattito, abbiamo fatto un grande sforzo. La legge ha comunque creato grandi divisioni a causa di alcuni malintesi. Come governo responsabile, abbiamo il dovere di riportare calma e rispetto dell’ordine pubblico a Hong Kong, quindi sospendiamo l’approvazione e siamo disposti ad ascoltare suggerimenti, proposte e critiche”. Lam ha precisato che “nessun termine” è stato fissato per la nuova consultazione.

La strategia del governo

Secondo la ricostruzione pubblicata dal locale South China Morning Post, la decisione è stata presa al termine di una consultazione tra Hong Kong, Cina e Shenzen. Procedere con l’approvazione della legge, prevista per giovedì 20 giugno, avrebbe inevitabilmente dato il via a nuove proteste e scontri. Un ritiro definitivo del testo, al tempo stesso, sarebbe apparso come un’aperta ammissione di sconfitta e di debolezza. Un affronto troppo grande per la Cina di Xi Jinping. L’alternativa migliore è dunque apparsa quella di prendere tempo in Parlamento, mediante un rinvio senza data finale, nella speranza di lasciarsi alle spalle – senza troppo clamore – questo episodio.

Continuano le proteste

Esiste però anche la possibilità che il rinvio non basti a placare le proteste che infiammano Hong Kong. I manifestanti sono riusciti ad aprire una breccia nel muro del governo e potrebbero approfittarne per avanzare nuove richieste, tra cui le dimissioni di Carrie Lam. La governatrice è stata definita dal dirigente di Civil Human Rights Front “brava a ingannare la gente, lo ha fatto molte volte. Non ci basta la sospensione, perché la signora la potrebbe far passare tra qualche mese, quando la gente avrà dimenticato e sarà stanca di mobilitarsi. Vogliamo le sue dimissioni”. A dimostrazione che la piazza non si arrende, è prevista per il 16 giugno una nuova manifestazione nell’area dei palazzi governativi.