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Hong Kong, una marea di persone contro la legge sull'estradizione

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La protesta contro la legge sull'estradizione in Cina prosegue nonostante la sospensione annunciata dalla governatrice.

A Hong Kong è in corso la seconda manifestazione di protesta contro la legge sulle estradizioni in Cina. I media locali riportano un’affluenza maggiore rispetto a domenica scorsa. Infatti, mentre la prima giornata aveva racconto nelle piazze poco meno di un milione di persone, nel corso di domenica 15 giugno ne sono scese a protestare oltre un milione. Sempre i media locali sostengono che la polizia abbia dovuto aprire più corsie stradali per permettere il passaggio della marea di persone. Infine, dopo quasi due ore dall’inizio della marcia risultava ancora una flotta di gente che doveva uscire dalle fermate della metropolitana.

La legge di estradizione

Sabato scorso la governatrice Carrie Lam ha annunciato la sospensione della legge sull’estradizione in Cina a causa “di quanto successo negli scontri di mercoledì tra polizia e manifestanti“. La donna ha poi proseguito: “Le nostre intenzioni erano sincere ed erano di colmare alcune lacune normative. Forse non stiamo stati sufficientemente efficaci nella comunicazione, ma ora la priorità è quella di ricostruire la pace e l’ordine e la fiducia verso il governo”. Nonostante la sospensione, però, gli attivisti hanno dichiarato l’intenzione di proseguire con le proteste “fino al ritiro definitivo della legge”. Mentre, però, domenica scorsa bastava la chiusura delle vie principali, il 15 giugno la polizia ha aperto gli accessi alle strade laterali per decongestionare gli afflussi. Infatti, alcuni manifestanti hanno dovuto prendere parte alla protesta raggiungendo il Victoria Park. Il percorso, infine, prevedeva una marcia di tre chilometri. Alcune fermate della metropolitana e del servizio pubblico sono state chiuse.