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Tenta di avvelenare i genitori: gli impedivano di usare i videogiochi

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Un ragazzo thailandese di 29 anni ha cercato di avvelenare i genitori dopo che questi gli avevano impedito di giocare con il suo smartphone.

Tragedia sfiorata in Thailandia, dove un 29enne ha tentato di avvelenare i genitori dopo che questi gli avevano impedito di giocare ai videogiochi staccandogli il wifi. Il giovane Sak Duanjan, residente con la famiglia nella città di Sisaket, ha infatti avvelenato il pozzo della sua abitazione con del pesticida cercando di avvelenare la madre ed il patrigno. Questi ultimi erano esasperati dalle continue ore che il figlio trascorreva davanti allo smartphone giocando.

Il gesto di follia

Tornato a casa ubriaco in piena notte, Sak Duanjan ha immediatamente iniziato a giocare ai videogiochi tenendo il suo smartphone a tutto volume. A quel punto il patrigno, il 52enne Chakri Khamruang, ha cercato di farlo smettere spegnendo il wifi casalingo nella speranza così di poter almeno riuscire a dormire. Il gesto ha però causato la reazione furiosa del giovane, che Chakri ha dovuto contrastare picchiando il figlio.

Al termine dello scontro il 29enne, fingendo di andare a letto, sarebbe in realtà sceso in strada tentando di avvelenare il pozzo della casa di famiglia con del pesticida, con l’obiettivo di uccidere i genitori. Un gesto che non è passato inosservato alla madre di Sak, accortasi che il figlio stava versando qualcosa all’interno del pozzo. Quando però la donna si è avvicinata chiedendo spiegazioni, il giovane le avrebbe voltato le spalle rientrandosene in casa.

La disperazione della famiglia

È stato solo il mattino seguente che sono emerse le intenzioni del 29enne. La madre si è infatti accorta della contaminazione del pozzo mentre stava prendendo dell’acqua per cucinare il riso: “Ancora non credo che possa averlo fatto. So che si arrabbia molto facilmente. Abbiamo fatto del nostro meglio per affrontare la sua rabbia, ma questa volta è diventato troppo”.

Una volta giunta la polizia allertata dai genitori, Sak ha ammesso di aver avvelenato il pozzo per vendetta contro il patrigno che gli aveva scollegato il wifi. Interpellati, i genitori hanno in seguito raccontato di come ormai non riescano più a gestire i violenti scatti d’ira del figlio: “Volevamo che gli ufficiali lo prelevassero affinché venisse portato in ospedale per essere sottoposto a cure per gestire la rabbia. Non vogliamo vivere nella paura chiedendoci quando ci attaccherà di nuovo. È difficile fermarlo, ormai è un adulto. Solo i medici possono aiutarci”.