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Hans Schmidt, il primo sacerdote cattolico condannato a morte

hans e anna

Hans è stato il primo sacerdote cattolico a ricevere una condanna a morte: la sua storia non lascia dubbi sulla condotta.

Al giorno d’oggi non stupisce sentir parlare di preti condannati per violenze o crimini vari. In passato, invece, spesso i sacerdoti cattolici restavano impuniti. Un’eccezione riguarda la storia di Hans Schmidt, che nei primi anni del 1900 venne condannato a morte negli Stati Uniti. Si trattò, inoltre, del primo sacerdote cattolico a subire questa pena. Vediamo per quale motivo.

La storia di Hans

Nato a Aschaffenburg nel 1881, Hans prese i voti nel 1904 in Germania, ma quattro anni dopo venne trasferito negli Usa. Nel 1908, nella parrocchia di Hans, venne assunta come governante una donna di origine austriaca, Anna Aumuller. I due iniziarono a conversare e intrapresero una relazione, ma Hans venne presto trasferito nella chiesa di San Giuseppe a West Harlem. Nonostante ciò, la relazione rimase segreta e proseguì per anni. Infatti, il 26 febbraio 1913 Schmidt e la Aumuller si sposarono in una cerimonia segreta. Purtroppo il matrimonio finì in modo tragico. Dopo aver scoperto che la moglie era rimasta incinta, Hans le tagliò la gola per evitare liti con i superiori. L’uomo dimostrò di essere più legato ai suoi privilegi che non alla moglie. In seguito, infatti, la decapitò e segò il suo corpo a metà. I pezzi superiori del corpo vennero avvolti in una carta di giornale datata 31 agosto. Invece, la parte inferiore della donna venne inserita in un sacco insieme a una federa di cuscino con il monogramma A. Infine, i sacchi vennero gettati nel fiume Hudson riempiti con alcune pietre.

hans schmidt

La scoperta del cadavere

Cinque giorni dopo l’omicidio della moglie, però, alcuni bambini trovarono nel New Jersey la parte superiore del corpo della donna. L’autopsia dimostrò che si trattava di una donna di circa 30 anni, alta 1 metro e 60 e di corporatura media. Inoltre, la donna aveva partorito prematuramente poco prima di morire. Le indagini, però, vennero svolte a New York a causa del tipo di pietra inserito nei sacchi.

Le indagini

Il monogramma presente sulla federa fece risalire gli agenti all’appartamento della vittima. Inoltre, Hans aveva affittato qualche settimana prima la stanza e aveva lasciato prove sul luogo del delitto. Il sangue era sparso sul pavimento e sulle pareti, mentre il coltello era stato pulito accuratamente e inserito in un baule. In un altro cassetto, invece, vennero trovate alcune lettere scritte dalla donna in cui veniva menzionato l’omicida. Nel baule, infine, vennero trovate altre federe con il monogramma A. L’ispettore, quindi, si recò in chiesa insieme al suo assistente per interrogare il sacerdote. Quest’ultimo confessò sia il matrimonio sia l’omicidio.

Il processo

Il processo di condanna di Hans iniziò il 7 dicembre del 1913: per 23 giorni i suoi avvocati sostennero la sua follia. Infine, il processo si concluse con la votazione di 10 membri contro 2 di colpevolezza. Il giudice, Vernon Davis, però, si espresse così: “Se siete convinti che l’imputato abbia acquistato il coltello pensando di tagliare il corpo e siete convinti che nel mezzo della notte sia andato all’appartamento, si sia tolto il cappotto e le abbia tagliato la gola, poi le abbia tagliato in due il corpo, quali conclusioni riuscite a trarre? Usate il vostro buon senso, la vostra esperienza con gli uomini. Tenete a mente, non ogni forma di disturbo mentale giustifica il crimine”. La giuria, infine, condannò Hans in primo grado per omicidio: il sacerdote venne fulminato il 18 febbraio 1916.