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Silvia Romano: scomparsa per aver denunciato pedofilia e molestie?

silvia romano rapimento

In carcere i tre esecutori materiali della scomparsa, ancora liberi i mandanti.

Nuove ipotesi sulla scomparsa di Silvia Romano: dietro ci sarebbero delle denunce per molestie e pedofilia in Kenya. L’inchiesta è stata lanciata dal Fatto Quotidiano, che contesta le gravi carenze nelle indagini della ragazza scomparsa ormai 7 mesi fa. Tanti i punti che non tornano sulla vicenda, che risulta ogni giorno più confusa.

Silvia Romano scomparsa 7 mesi fa

A distanza di 7 mesi dalla sua scomparsa, avvenuta il 20 novembre in Kenya, sono tanti i punti che non tornano sulla vicenda di Silvia Romano. Da un’inchiesta del Fatto Quotidiano emergono nuovi dettagli, focalizzati soprattutto da come sono state svolte le indagini: la giovane 23enne, recatasi in Kenya già in altre occasioni, aveva soggiornato più volte alla guest-house Marigold, nel centro di Mombasa. Come emerge dai registri della struttura, una prima volta il 22 settembre e la notte tre il 5 e il 6 novembre. Ma nell’albergo gli investigatori non hanno mai messo piede. “Quando abbiamo saputo del rapimento della ragazza – ha raccontato il figlio della proprietaria della struttura – pensavamo di ricevere la visita di qualche investigatore, ci siamo meravigliati, non è comparso nessuno”. La polizia ha invece arrestato e incarcerato tre persone (due keniote e un somalo), che però sarebbero solo gli esecutori del rapimento, ma non i mandanti ancora a piede libero. Ciò che sciocca di più è la denuncia della polizia locale: totale mancanza di collaborazione tra autorità somale e italiane.

Nuovo tassello

Il Fatto Quotidiano fa luce su un altro tassello che potrebbe essere fondamentale per capire il motivo del rapimento di Silvia. Si tratta di Davide Ciarrapica, 31enne di Seregno, che la ragazza aveva conosciuto ad un evento di beneficienza poco prima di arrivare per la prima volta in Kenya a Luglio. Il 31enne è il gestore di un centro per bambini a Likoni, villaggio poco distante da Mombasa: Silvia, pensando di poter essere utile alla comunità, aveva quindi seguito l’uomo in aereo, finendo per rimanere nel centro per circa un mese. Ritornata in Italia era ripartita poco dopo: il 5 novembre era stato proprio Ciarrapica ad accoglierla all’aeroporto in Kenya – con cui aveva passato solo un giorno, muovendosi quindi per Chakama, da dove è sparita insieme ai due volontari della Africa Milele, l’onlus con cui lavorava.

Chi è Davide Ciarrapica

L’uomo è stato condannato in Italia a 6 anni di reclusione per aver staccato a morsi un orecchio in una rissa in discoteca a Milano. Ma cosa accadeva nel centro gestito dal 31enne? Qualcuno ha parlato di “cose poco corrette e imbarazzanti” e di “atteggiamenti strani di Davide e il suo socio” – figlio di un importante politico locale, nessuno ha però parlato esplicitamente di pedofilia. L’ipotesi è che Silvia potrebbe aver visto qualcosa e denunciato. L’ultima questione a non tornare è l’arrivo all’aeroporto di Mombasa della ragazza: dai file esaminati non risultano foto o impronte registrate del suo sbarco, così come avviene per ogni persona che entra nel Paese. Le indagini sembrano essere a un punto morto, mentre i punti di domanda continuano a sommarsi.