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Il pluriomicida Jean-Claude Romand verrà trasferito in un monastero

Jean-Claude Romand

Dopo 26 anni di detenzione, il falso dottore Romand verrà trasferito nell'abbazia di Fontgombault con i monaci benedettini di clausura

Sterminò l’intera famiglia per non far scoprire una vita di bugie. Condannato all’ergastolo, gli è stata concessa la libertà vigilata. Dopo 26 anni di detenzione, a breve il falso dottor Jean-Claude Romand sarà trasferito vicino a Poitiers, nell’abbazia di Fontgombault. Ad accoglierlo ci saranno i monaci benedettini di clausura. Si occuperà dell’orto, parteciperà alle messe in latino, informa Dagospia. Il braccialetto elettronico consentirà al commissariato della zona di tenere monitorati i suoi movimenti. Lo scorso aprile, dopo un primo parere negativo, i giudici hanno deciso di concedere al pluriomicida la libertà condizionale.

La vicenda di Jean-Claude Romand

Si è costruito una vita parallela, ma una volta scoperto ha eliminato tutte le persone a lui più care. Non è riuscito a reggere quel gioco fatto di bugie, di castelli di sabbia rivelatisi nulla, solo un vuoto chiacchiericcio.

Nell’ultima foto scattata al fianco della sua famiglia, il giorno di Natale, Jean-Claude Romand mostrava un volto serio e si era fatto crescere i capelli. La moglie Florence e i figli Caroline e Antoine, vestiti a festa, guardavano l’obiettivo sorridenti. Ignari, spensierati, allegri in occasione di un momento magico. Erano felici come tutti i bambini. E come tutti i bambini, erano ingenui. Ingenui di fronte alle menzogne del padre, di quell’uomo che avrebbe dovuto proteggerli e che invece li ha tolto il sorriso per sempre.

Jean-Claude Romand

“Non abbiamo mai sospettato nulla. Ingenui? No, semplicemente ci siamo trovati di fronte a un genio del male”, commenta il cognato Emmanuel Crolet mostrando gli scatti dell’epoca. Così ricostruisce la storia fatta di bugie che Romand ha costruito per vent’anni, inventandosi una vita parallela, fingendosi con amici e parenti un rispettato medico dell’Oms di Ginevra. Al contrario, Jean-Claude non si era mai laureato, non aveva neppure un lavoro. Si allontanava da casa e passava le sue giornate tra parcheggi e boschi al confine con la Svizzera.

Quando ha temuto di essere scoperto ha organizzato cinque omicidi in pochi giorni. La moglie, i figli, gli anziani genitori e un cane, l’unico per cui ha provato dolore durante il processo che lo ha visto protagonista. “Romand non ha alzato gli occhi dal banco degli imputati neppure quando mia madre gli ha urlato: “Sei un mostro””, racconta Crolet.

“In nome del ricordo di Florence, dei suoi figli, dei suoi genitori, e per rispetto del dolore di mia madre speravamo che avrebbe avuto la decenza di scontare tutta la sua pena”, ha proseguito. Jean-Claude Romand oggi a 65 anni e presto sarà trasferito nell’abbazia di Fontgombault. “Educato, discreto, indipendente, stimato dal personale e dagli altri detenuti”, si legge nel rapporto del carcere di Saint-Maur messo agli atti della richiesta di liberazione. Appare perso, insensibile, sempre indifferente. Tuttavia, il responsabile delle attività sociali definisce il percorso di Romand “notevole e unico nell’ambiente carcerario”.

Jean-Claude Romand oggi

In questi anni ha studiato, ottenendo una laurea in scienze e tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Ha seguito corsi di filosofia e giapponese. Ha imparato a restaurare nastri audio, realizzando anche alcune sigle diffuse sulla radio pubblica.

Pochissime le visite da lui ricevute ad eccezione di alcune fedeli cattoliche che si occupano di detenuti. Una di loro, riporta ancora Dagospia, gli ha regalato l’icona di Gesù. Da questa immaginetta avrebbe ricevuto la grazia divina. Ora è tecnico del suono e autentico fedele, passando diverse ore della giornata chiuso nella preghiera. La sua buona condotta gli ha consentito di ottenere permessi per fare trekking, andare a un concerto di violino e a uno spettacolo di danza.