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Proteste a Hong Kong: la polizia disperde manifestanti dal Parlamento

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L'assalto al Parlamento di oggi è solo l'ultimo capitolo delle manifestazioni di protesta che stanno avendo luogo ad Hong Kong dal 9 giugno scorso.

Sono ore di forte tensione politica quelle che si stanno vivendo in queste ore ad Hong Kong. Le forze di polizia della regione autonoma cinese hanno da pochi minuti ripreso il controllo del Parlamento, dopo che nel pomeriggio era stato preso d’assalto dai manifestanti. Nelle scorse ore infatti, il corteo di Civil Human Rights Front, che da giorni protesta contro la nuova legge sull’estradizione, aveva fatto irruzione nel Parlamento locale.

L’assalto al Parlamento

Dopo diverse ore di assedio pacifico da parte dei manifestanti, alcuni di essi hanno deciso di cambiare tattica affrontando apertamente gli agenti di polizia messi a guardia del Parlamento. A quel punto circa 1.500 persone – per la maggior parte studenti – hanno forzato il cordone delle Forze dell’Ordine e sono entrati nell’edificio. Nel frattempo la polizia non ha opposto resistenza, limitandosi a dissuadere i manifestanti ricordando che se fossero entrati nel Parlamento sarebbe scattato l’arresto immediato.

Una volta dentro, i dimostranti hanno occupato l’aula scrivendo slogan politici sui muri e sui banchi dei parlamentari. Sul banco dello speaker del Parlamento è inoltre stata appesa la vecchia bandiera coloniale britannica. Un chiaro messaggio nei confronti del governo cinese, proprio nel 22esimo anniversario del ritorno di Hong Kong alla Cina, avvenuto il 1° luglio 1997.

In una nota ufficiale, il governo di Hong Kong ha preso posizione contro i manifestanti accusandoli con le seguenti parole: “Hanno preso d’assalto il complesso del Consiglio legislativo con una violenza estrema. Questi manifestanti hanno messo seriamente a repentaglio la sicurezza degli agenti di polizia e il pubblico, atti così violenti sono inaccettabili per la società”.

Un mese di proteste

Dal 9 giugno scorso, milioni di cittadini hongkonghesi stanno manifestando contro un discusso disegno di legge che consentirebbe l’estradizione di presunti criminali in Cina. Una decisione che, secondo i dimostranti, renderebbe i cittadini vittime del sistema giudiziario cinese, che non si farebbe scrupoli ad utilizzare l’estradizione per perseguitare eventuali dissidenti politici.

Fino ad oggi Hong Kong non possedeva infatti nessuna legge che regolasse l’estradizione. Un residuato giuridico risalente ai tempi di quando era ancora un’ex colonia britannica, vale a dire fino al 1997.