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Lotta all'inquinamento: recuperate 40 tonnellate di reti nel Pacifico

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L'Istituto Ocean Voyages ha raccolto dall'oceano le cosiddette reti fantasma, che ogni anno causano la morte di circa 380mila mammiferi marini.

È un grande traguardo nella lotta all’inquinamento quello raggiunto dall’Istituto Ocean Voyages lo scorso mese di giugno. Alla guida della nave cargo Kwai, l’organizzazione no profit è infatti riuscita in 25 giorni a recuperare 40 tonnellate di cosiddette reti fantasma dalle acque dell’Oceano Pacifico. Le reti fantasma (o ghost net) sono quelle reti da pesca perse o volutamente abbandonate in mare aperto, che causano ogni anno la morte di circa 380mila mammiferi marini a causa dei materiali plastici di cui sono costituite.

Il commento della fondatrice

A spiegare l’importanza di questa iniziativa è la fondatrice e direttrice esecutiva di Ocean Voyages, Mary Crowley. Intervistata dalla Cnn, la donna ha infatti dichiarato: “La tecnologia satellitare ha svolto un ruolo chiave nel nostro lavoro. Ci ha dato la possibilità di usare una soluzione innovativa per la ricerca in aree come questa ad alto inquinamento da plastica. Le reti e gli altri detriti sono i segni di un inquinamento da plastica in aumento, che minaccia vita marina, ambienti costieri, navigazione, pesca, fauna selvatica e la nostra salute”.

Sul perché rimuovere proprio le reti fantasma, la Crowley ha precisato: “Liberare l’oceano dalle mostruose reti fantasma è molto importante. Anche se spesso sono quelle piccole che uccidono balene e delfini strozzandoli”. Secondo i rapporti delle Nazioni Unite, ogni anno 600mila tonnellate di reti fantasma vengono riversate negli oceani di tutto il mondo.

Mary Crowley ha lanciato la sua prima spedizione ecologica nel 2009 e da allora ha continuato a rilevare un costante aumento della presenza di rifiuti umani nei nostri oceani: “È molto inquietante navigare attraverso quelle che solo una decina di anni fa erano aree incontaminate dell’oceano e trovarle piene della nostra spazzatura”.

Il destino delle reti

Di tutte le reti e la plastica prelevate durante le operazioni di raccolta, una tonnellata e mezzo verrà destinata all’Università delle Hawaii. Una volta qui verrà affidata al programma d’arte dell’ateneo che trasformerà il materiale plastico in sculture e opere d’arte. La restante parte sarà invece inviata all’impianto H-Power delle isole Hawaii, per essere riconvertita in energia pulita.