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"Omicidio di massa" in Libia: raid aereo contro centro migranti

migranti libia

L'ONU deve considerare il raid come un "omicidio di massa" e un possibile crimine di guerra, esorta il GNA. L'esercito di Haftar respinge le accuse.

E’ di almeno 40 morti e 80 feriti il bilancio del bombardamento aereo di martedì 2 luglio 2019 su un centro migranti vicino a Tripoli. Secondo quanto riferito dalle agenzie Reuters e AFP, che citano alcuni funzionari della sanità locale, l’attacco ha colpito una struttura di detenzione a Tajura che ospitava prevalentemente profughi africani.

“Omicidio di massa”

Sui social media si sono diffuse in poco tempo molte foto che mostrano corpi sepolti sotto le macerie, anche se non è stato ancora possibile confermare la veridicità di queste immagini. Alcuni video invece mostrano delle persone soccorse in ospedale. Il sobborgo dove sorgeva il centro di detenzione per migranti è controllato da alcune milizie che sostengono il Governo di Accordo Nazionale guidato da Fayez al-Sarraj e sostenuto dalle Nazioni Unite.

Il Consiglio presidenziale ha quindi puntato il dito contro l’Esercito Nazionale di Liberazione Libico (LNA), con a capo il generale Khalifa Haftar, ed ha invitato l’ONU non solo a condannare il raid ma ad inviare sul posto una missione per accertare in maniera indipendente quanto accaduto. Il governo riconosciuto a livello internazionale considera infatti l’attacco un “omicidio di massa” e un possibile crimine di guerra. L’UNHCR per il momento si è limitata a dichiarare che “i civili non dovrebbero mai essere un bersaglio”.

LNA accusa forze di al-Sarraj

Da parte sua l’esercito di Haftar ha respinto al mittente ogni accusa, sostenendo invece che il bombardamento è stato condotto proprio dalle forze governative alleate con al-Sarraj, spiegando che queste hanno colpito la struttura dopo un attacco di precisione della LNA sulle postazioni nemiche.