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Libia, ong Mediterranea salva 54 migranti: ricerca un porto sicuro

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Salvataggio dell'ong Mediterranea in zona Sar Libica. Ora si cerca un porto sicuro.

Sembra non aver tregua l’eterno scontro nel Mediterraneo. L’unica assente a questa grande battaglia sembra essere l’umanità. La barca a vela dell’ong italiana Mediterranea ha messo in salvo nella zona Sar Libica (Search and Rescue) 55 migranti in pessime condizioni.

Il salvataggio

Tra i 55 migranti stretti in uno piccolissimo gommone, erano a bordo 11 donne e 4 bambini. L’ong Mediterranea con l’ausilio di una barca a vela in zona Sar libica all’altezza delle piattaforme petrolifiche ha messo in salvo le loro vite.

L’equipaggio ha allertato la sala operativa della guardia costiera di Roma chiedendo di indicazioni. La risposta però è è stata negativa. L’ong doveva lasciare l’intervento alle motovedette libiche. Il problema è che le motovedette libiche in questo caso riporterebbero i migranti in Libia. Teatro negli ultimi giorni di grandi bombardamenti sui centri di detenzione.

La barca a vela era partita per una missione di osservazione, di controllo. Non era abilitata né pronta per accogliere a bordo una cinquantina di migranti. Ma la situazione era da codice rosso. I migranti erano disperati, disidratati e probabilmente senza speranza.

Così dopo il caso Carola Rackete, un’altra ong ha scelto la via dell’umanità. Ha scelto di non obbedire alla guardia costiera e mettere in salvo uno ad uno i 54 migranti. Armati di giubbotti di salvataggio sono stati aiutati a salire sulla barca a vela.

L’ong pochi minuti prima del salvataggio attraverso la loro pagina Facebook ha commentato così la situazione: “Siamo in pattugliamento insieme ad Open Arms in sar libica, cioè la zona in cui la responsabilità di intervento in caso di naufragio sarebbe della cosiddetta “guardia costiera libica”. Il nostro faro è come sempre il rispetto dei diritti umani. Nel corso del nostro pattugliamento abbiamo incontrato il relitto di un gommone. Quasi sicuramente un naufragio. Quanti morti non lo sapremo mai. Un relitto di un “rubber boat” semiaffondato con tanto di motore. Nessuna indicazione di rescue completato. C’è la seria possibilità che si tratti dei resti di un naufragio “fantasma”. Nel silenzio – conclude Mediterranea – l’umanità muore. Senza testimoni“.

A seguito del salvataggio una motovedetta libica ha tallonato e seguito la barca dell’ong, allontanandosi poco dopo. Il salvataggio è avvenuto a 180 miglia marittime dal porto più vicino.