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Libia, racconto choc dai centri di detenzione dei migranti

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File chilometriche di persone, semplicemente per un bicchiere d'acqua. Da bere in tempo record.

Ore di fila per un bicchiere d’acqua. Proteste e condizioni disumane. Ecco un resoconto delle prigioni di detenzione dei migranti in Libia.

Il racconto

Tramite un video pubblicato da L’Espresso si notano chiaramente le condizioni in cui sono costretti a vivere i migranti tenuti prigionieri in Libia. La prima parte del video mostra le file chilometriche di persone, semplicemente per un bicchiere d’acqua. Da bere in tempo record. Perché dietro ci sono altre centinaia di persone disidratate, assetate. Spintoni, urla. Le condizioni sono disumane.

Ogni cinque minuti parte una protesta, le mani incrociate sopra il capo, le urla strazianti. Il caldo insopportabile e la quantità indefinita di persone racchiuse da giorni nello stesso posto senza sapere quale sarà il loro destino.

I referti medici

Nel giugno del 2018, alcuni medici presenti sulle navi delle ong avevano stilato un rapporto medico sulla condizione dei migranti in seguito al loro passaggio dalle prigioni libiche. I profughi vengono trattenuti in catene, ustionati e denutriti, aggrediti con acido e picchiati con martelli e tubi.

Da uno dei referti ufficiali si evince: “Il paziente riferisce di essere vittima di tortura/maltrattamenti, occorsi in Libia in un periodo di circa due mesi di prigionia. Riferisce episodi di maltrattamenti/violenza inflitti con diversi strumenti (bastone, martello, attrezzi per saldatura), in cui ha riportato lesioni contusive e ustioni. All’esame obiettivo il paziente si presenta lucido e coerente nel suo racconto. Si sono riscontrate le seguenti lesioni – Torace: a livello pettorale e dorsale diverse cicatrici compatibili con esiti di ustione. Arti: ad entrambi gli arti superiori e inferiori diverse lesioni cicatriziali, alcune ad evoluzione cheloidea (crescita anormale di tessuto, ndr), compatibili con esiti di ustione”.