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Hong Kong, nuove proteste contro la legge sull'estradizione

Scontri ad Hong Kong

Ancora in corso ad Hong Kong le manifestazioni anti governative che chiedono maggiori garanzie democratiche e il ritiro della legge sull'estradizione.

Per Hong Kong è stata la settima domenica di proteste. Centinaia di migliaia di cittadini sono scesi di nuovo in piazza denunciando il tentativo di limitare i diritti civili. Si chiede il ritiro della legge sulle estradizioni e le dimissioni della Presidente.

Hong Kong, ancora in corso le proteste contro l’esecutivo

Proiettili di gomma e gas lacrimogeni sulla folla. Dal 9 giugno a Hong Kong sono in corso manifestazioni di protesta contro un emendamento alla legge sull’estradizione. Questo porterebbe alla possibilità per la Cina continentale di processare le persone accusate di aver commesso alcuni crimini. Cosa che, secondo i dissidenti, porterebbe a un maggior controllo giudiziario della Cina su Hong Kong, facilitando la repressione del dissenso politico.

Oltre al ritiro dell’emendamento, chi protesta chiede anche le dimissioni di Carrie Lam, Presidente dell’esecutivo, e maggiori garanzie democratiche. Oltre che un’indagine su presunte violenze da parte della polizia e l’amnistia delle persone arrestate.

Ieri la tensione è cresciuta dopo che alcuni manifestanti, vestiti di nero, hanno sfondato il cordone di polizia per lanciare uova contro l’ufficio di collegamento con il governo cinese. Immediato il controattacco di squadristi con la maglietta bianca, che si sono scagliati contro di loro aggredendoli con dei bastoni.

Tutto ciò non è altro che un’ulteriore conferma degli attriti con Pechino, sopratutto in vista della data in cui l’autonomia di Hong Kong dalla Cina volgerà al termine. Nel 2047 infatti la città cesserà di avere standard economici, politici e istituzionali diversi dal resto della Repubblica. E Pechino ha già dimostrato di volerne limitare il grado di autonomia.