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Uomo usa figlio come una mazza per picchiare la compagna: torna libero

usa figlio come una mazza

Un uomo del Galles nel 1999 ha barbaramento ucciso il figlio di due mesi, usandolo per picchiare la madre. Dopo 20 anni di carcere torna libero.

Christopher Rees, 43 anni, ha ucciso nel 1999 suo figlio Bradley di otto settimane utilizzandolo come se fosse una mazza per aggredire e colpire la sue ex compagna. L’uomo, dopo venti anni di prigione, potrebbe però presto essere scarcerato.

L’omicidio del figlio

L’orribile vicenda risale al 1999 nella cittadina di Merthyr Tydfil, nel sud del Galles. Christopher Rees, 23 anni, era tornato a casa ubriaco e si è scagliato contro quella che all’epoca era la sua compagna, Samantha George. La donna stava dormendo assieme al figlio più piccolo, Bradley, di appena otto settimane.

L’uomo, in preda ad un raptus di gelosia, ha afferrato il neonato per i piedi e lo ha utilizzato come se fosse una mazza, per picchiare la donna. Anche il figlio di cinque anni, Christopher, e il cugino di dieci anni, Kirsty, sono stati aggrediti da Christopher.

A seguito della violenza per il bimbo non c’è stato niente da fare, morto a causa delle molteplici ferite riportate alla testa. Christopher Rees è stato così condannato all’ergastolo nel giugno del 2000.

Christopher Ree sarà presto libero

Samantha però, che oggi ha 42 anni, ha denunciato che dopo venti anni di prigionia al suo ex compagno potrebbe essere presto concessa la libertà vigilata ed il trasferimento in una struttura aperta dell’Inghilterra.

“Ha solo 40 anni, potrebbe incontrare una donna e avere da lei un altro figlio ed il bambino e la compagna potrebbero correre dei pericoli” sostiene Samantha intervistata dal Galles Online. “Ciò che chiedo – spiega l’ex compagna di Rees – è che gli autori di crimini contro i minori vengano inseriti in un registro pubblico, affinché tutti possano consultarlo perché le persone hanno diritto di sapere chi stanno frequentando”.

“Comprendiamo l’angoscia della signora in merito al rilascio del suo ex compagno, ma ciò è importante per la riabilitazione del detenuto” ha replicato un portavoce del Ministero della Giustizia.